Non avere deciso di procrastinare il blocco delle accise sul carburante avrà probabilmente un costo politico notevole per il governo.
Basandosi molto sulla “moral suasion” il ministro delle imprese e del made in Italy, ha fatto sapere le linee generali del provvedimento, studiato con le associazioni di categoria, che dovrebbe mettere d’accordo tutti:
L’obbligo di esposizione del valore medio regionale dei prezzi dei carburanti resta ma l’obbligo di comunicazione sarà settimanale (e non più giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo. La chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omissioni settimanali nell’arco di 60 giorni. L’eventuale chiusura potrà essere decisa da 1 a 30 giorni, Le sanzioni per omessa comunicazione saranno da un minimo di 200 a un massimo di 800 a seconda del fatturato dell’impianto. E poi, tavoli e tavoli di confronto.
Praticamente: NULLA. Esposizioni di prezzi settimanali mentre il mercato cambia ogni giorno. Omesse esposizioni che a trovare un “colpevole” occorre che sia un cieco delinquente incallito. Sanzioni che, fatti due calcoli, conviene prenderle perché i guadagni ottenuti sono maggiori delle sanzioni.
Metodo completamente sbagliato perché parte dal presupposto che il mercato si sia approfittato della reintroduzione delle accise, mentre il problema sono proprio le accise (magari portandole dall’attuale 70 al 22% come l’Iva). I benzinai, mediamente, applicano prezzi che non potrebbero essere altrimenti, e il governo butta fumo sul tutto: mi accordo con voi per la “moral suasion” in modo tale che i più incalliti delinquenti possano continuare ad esser tali, dò l’impressione di fare qualcosa e, dulcis in fundo, faccio partecipare benzinai e associazioni consumatori a tavoli che, non stabilendo nulla, li fanno però sentire importanti,
Il governo ha privilegiato la scelta di tenersi buone tutte le corporazioni che beneficiano di queste accise, con l’aggravante di considerare la fiammata colpa dei benzinai. Questi ultimi, per lavare l’onta di questa offesa, cosa fanno? Cercano strade alternative, aprono trattative per riduzione magari di altre loro accise? No, fanno sciopero, decidendo di far pagare il prezzo del tutto al consumatore finale.
La saga è diventata un dramma.
Vincenzo Donvito Maxia