Chiacchere da bar: Il Ponte sullo Stretto buono per tutti i mali

Messina – Ogni fine agosto si torna a parlare di partenze intelligenti e viabilità nel caos per attraversare lo Stretto di Messina. Ogni fine agosto da oltre trent’anni. Quelli più bravi di me che scrivono sui giornali e non sui muri, hanno sempre la soluzione in tasca: peccato che al di là delle chiacchiere non sembrano così bravi a risolvere il problema, salvo sentenziare che ci vuole il Ponte! Bisogna costruire il Ponte! Quasi che il Ponte fosse il rimedio universale, buono per tutti i mali.

Manca l’acqua? Se ci fosse il Ponte… Non si trovano farmaci per gli ospedali? Ah, se ci fosse il Ponte… Certe volte un dettaglio colpisce così profondamente che sembra poter spiegare una comunità, un popolo, una nazione. In questo caso, il dettaglio è un Ponte, o meglio una cascata di cemento per unire Sicilia e Calabria.

Sarà poi vero che con il Ponte tutti i nostri mali endemici spariranno? Sacco edilizio? Mazzette? Raccomandazioni nei concorsi? Meritocrazia negli ospedali e nei palazzi istituzionali? Democrazia? Informazione? Pulizia? Corruzione? Mafia? Chi distorce i fatti ferisce la “verità”. Attenti a quel potere, attenti a chi asseconda, con superficialità, un meccanismo così perverso. In nome degli “affari” si commettono crimini odiosissimi: nulla è più grave della negazione della verità. E così, amministrazione dopo amministrazione, ogni fine agosto, la città resta prigioniera di auto e caravan. “Ma che colpa abbiamo noi”?