Chiacchere da bar: LA RUOTA DELLA CORRUZIONE

Messina – “Nessuna intenzione di polemizzare, ma credo che sia doveroso fare chiarezza, considerando che la città merita risposte concrete su quanto accaduto e su quanto affermato dopo dal sub commissario per il Risanamento Marcello Scurria durante una conferenza stampa decisamente discutibile”, così il sindaco Federico Basile ha voluto fare chiarezza, supportato dai dati, ripercorrendo il cammino intrapreso dal 2019, grazie all’azione del sindaco Cateno De Luca.

Il termine giusto, dal sapore politico, è: trasparenza

Ormai a Messina il perverso meccanismo del “sospetto” rischia di distruggere una città e la democrazia. Chi giudica chi? Chi è guardia e chi è ladro? Siamo tra la pochade e la denuncia populistica: non si crea una nuova società con le delazioni scandalistiche e la demagogia rimbombante. Nel frattempo il sindaco Basile dice la sua sul caso Risanamento, scoppiato dopo che l’ufficio commissariale per le baraccopoli, presieduto da Renato Schifani e guidato da Marcello Scurria, si è aggiudicato alcuni appartamenti nella zona sud della città, pagandoli circa 300 mila euro in più di quanto offerto dal Comune: sarebbe il caso che si decida qualcosa…

Venghino, venghino lor signori che lo spettacolo va a incominciare

Cosa sia auspicabile secondo giustizia è ormai quasi impossibile dirlo. Tutte le tracce della disputa tra Basile e Scurria sono state cancellate da successivi cammini, ogni angolo ha una sua verità, il gioco del cavillo ha soffocato ormai qualunque aspetto surreale della vicenda. E’ una storia più o meno squallida di soldi che ognuno dei protagonisti ha il diritto di giocare e di cui tutti hanno il diritto di essere stanchi.

Di sicuro, qualunque sia il vincitore, la guerra tra Comune e il sub commissario per il Risanamento Scurria si lascia intorno vaste rovine. L’illegalità va combattuta e contrastata tutti i giorni e in tutte le azioni. La cultura della legalità dovrebbe sopraffare la illegalità: tutti dovremmo marciare nella stessa direzione. E’ una questione culturale.

Domanda: si stava meglio prima oppure oggi?