Condono fiscale contro il popolo

“Scurdammoce ‘o passato simme ‘e Pomigliano paisà”. Così possiamo commentare la manovra sul condono fiscale varata dal governo che ha il vicepresidente penta stellato, Luigi Di Maio. come sponsor.

Chi ha pagato le tasse come cittadino onesto è preso per i fondelli da una manovra che è una resa agli evasori fiscali. Chi ha dato, cioè pagato le tasse, ha dato, e chi non ha dato sarà favorito. Il popolo dei lavoratori dipendenti e dei pensionati non può evadere perché a busta paga, mentre i cosiddetti autonomi potranno usufruire del condono. Una resa incondizionata alla Lega che già nel passato aveva votato per i condoni fiscali.

Con una mano vorrebbero tagliare gli sprechi e con l’altra si favoriscono i frodatori. Con quale credibilità?

L’onestà, che è quella politica, tanto sbandierata ai quattro venti dal M5S, cade miseramente davanti ai favori agli evasori fiscali.

Non bastano 108 miliardi di evasione annuale per far capire a Di Maio che, di condono in condono, non si fa altro che avvalorare un sistema che ha provocato, e provoca, dissesti economici.

Il popolo che lavora e paga le tasse se la può prendere in “saccoccia”, come si dice a Roma.

Il prossimo slogan del M5S? Evadere, evadere, evadere!

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc