Ci si gingilla nell’attesa di non si sa quali eventi. Così scrivevamo, a giugno scorso, a proposito della attività del governo Conte2. Ora, il governo Conte2 non c’è più e la causa della caduta è del governo Conte2.
Vediamo.
Nell’aprile scorso, il Governo aveva incaricato un gruppo di esperti, guidato da Vittorio Colao, di redigere proposte per definire una strategia per la ripresa economica dell’Italia.
Il piano Colao fu presentato, a giugno, in occasione degli Stati Generali, convocati a Roma dal Governo stesso.
Scrivevamo “si tratta di capire cosa vuol fare il Governo nelle prossime settimane per rilanciare la crescita”.
Per cinque mesi c’è stato il silenzio.
Il piano Colao è stato messo da parte, mentre i ministeri presentavano un folle elenco di spesa per 670 miliardi. Un elenco che ci ha fatto ricordare l’aria del Don Giovanni di Mozart: Madamina, il catalogo è questo.
A dicembre il Governo presenta il “Piano per la ripresa e la resilienza”, con l’indicazione dei settori di intervento sui quali dovrebbero confluire i 209 miliardi comunitari del Next Generation Eu. E’ una base sulla quale si può lavorare, ma arriva in ritardo e non affronta un nodo centrale che ci chiede la Ue: la riforma della pubblica amministrazione. Mettere le mani ai nodi strutturali significa rompere equilibri e interessi stratificati da decenni, il che non porta consensi.
Il Bilancio per il 2021, approvato l’ultimo giorno utile, certifica che il Governo è in grave affanno.
Il resto è cronaca.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc