“Vox clamantis in deserto”, significa “voce che grida nel deserto”, riferendosi a persona che parla senza essere ascoltata. È una locuzione latina tratta dal Vangelo.
E’ questa la sensazione che abbiamo avuto ascoltando la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad un anno dall’insediamento del governo lega stellato.
In sostanza, il premier Conte ha chiesto ai suoi vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, di smettere di litigare, dichiarandosi pronto a rinunciare al mandato.
Alcune domande ci paiono doverose.
A chi parlava, in solitaria, il premier Conte nella conferenza stampa? Al popolo dal quale non è stato eletto?
Se il premier Conte vuole sollecitare Salvini e Di Maio alla concordia, perchè non li convoca nel suo studio e definisce la questione? Perchè non individua tempi certi per le risposte e le verifiche? Perché non convoca il Consiglio dei Ministri e ne discute? Perché non pone il problema nella sede propria, cioè il Parlamento, dove risiede la maggioranza lega stellata, e chiede la fiducia al proprio operato? Perché, non va dal Presidente della Repubblica e rinuncia alla nomina, visto che è da un anno che i suoi vice litigano?
La domanda finale è pertinente: che cosa ci sta a fare in quel ruolo, il premier Conte?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc