Si fanno sempre più diffuse le voci, anche di politici e ministri autorevoli, che, per facilitare il blocco della diffusione del virus, occorre dare alle persone meno occasioni di essere in luoghi in cui potrebbero incontrarsi con persone già infette.
Se questo potrebbe esser vero per alcuni servizi a cui finora sono stati attuati provvedimenti deludenti da questo punto di vista *, secondo noi per i servizi di primaria necessità è vero il contrario.
Non sappiamo se chi pensa a queste limitazioni per supermercati abbia mai passato qualche ora della sua giornata in fila per fare la spesa… ché forse non avrebbe sviluppato una simile convinzione. Infatti è proprio la limitatezza degli orari di apertura che facilita l’assembramento di persone (in coda distanziati, in linea di massima) davanti ai supermercati, code che sarebbero molto, ma proprio molto più “umane” se l’orario di questi esercizi fosse 24 ore su 24.
Non solo, ma ci dovrebbero essere i vantaggi di accesso non solo, come si legge in molti cartelli agli ingressi, per le persone che volontariamente si prestano a portare la spesa a domicilio e la protezione civile, ma anche per tutta una serie di soggetti (anziani e handicappati soprattutto) che soffrono più di altri ad essere in fila **.
E’ sicuro che alcuni sindacati direbbero che così vengono esposti a maggiore pericolo i lavoratori dei supermercati. E lo dicono perché, come purtroppo spesso avviene, non prendono in considerazione la possibilità di assunzione temporanea di personale ad hoc (ci sarebbe la fila per essere lì a lavorare). Perché riguardo ai pericoli di esposizione, tutti gli accorgimenti che stiamo imparando ad utilizzare (e anche molto migliori)… non c’è da fare altro che applicarli.
L’acquisto del cibo è fondamentale come il lavoro negli ospedali e per la pubblica sicurezza. Si tratta solo di attrezzarsi facendo un po’ di pulizia di alcuni convincimenti che sono ormai antistorici e, nel nostro caso, ostativi alla sicurezza di tutti.
*si pensi alla Poste, dove ci costringono ad andare a ritirare le raccomandate e gli atti giudiziari invece di lasciarceli a casa, notificandoli come legge comanda e rispettando le distanze stabilite per evitare il contatto coi postini: https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+poste+italiane+rischio+invalidita_30808.php
** https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+appello+ai+supermercati+farmacie_30848.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc