Cospirazioni e deliri. Complottismo: l’oppio degli sciocchi “Sul mercato nero delle idee dubbie, le teorie del complotto sono scambiate con la stessa frenesia delle superstizioni, delle pseudo-scienze, delle nuove spiritualità e delle ideologie estreme.”
Lo scrittore Rudy Reichstadt descrive, così, il complottismo nel suo libro “L’oppio degli sciocchi”. E’ un saggio sulla questione della cospirazione che interpreta quanto abbiamo vissuto nel passato e viviamo in questo periodo pandemico.
Vediamo alcuni esempi.
Il vaccino, secondo i complottisti, conterebbe un microchip che indurrebbe i vaccinati a scegliere i prodotti di Microsoft al posto di quelli della concorrente Apple. La notizia è del tutto inventata, uno scherzo, insomma, ma è stata presa per buona ed è divenuta virale; anche la pericolosità del Coronavirus è stata inventata da chi ha interesse a vendere i vaccini, cioè Big Pharma. C’è un aspetto non trascurabile: curare chi è affetto da Covid-19 è più oneroso del prevenire l’infezione con i vaccini. Infatti, una dose di vaccino Pfizer costa 20 euro, mentre un giorno in terapia intensiva costa 2.800 euro, cifra che va moltiplicata per una media di 10 giorni di degenza, e a cui va aggiunta quella delle cure post ospedalizzazione. Eppure, dimostrare con i dati che le cure per il Covid-19 sono più costose della prevenzione vaccinale non è servito a nulla.
Un salto indietro di qualche secolo ci porta alla teoria cospirazionista sulla morte di Napoleone Bonaparte, deceduto in esilio nell’isola di sant’Elena nel 1821. L’imperatore sarebbe stato avvelenato con l’arsenico dagli inglesi, suoi acerrimi nemici o, addirittura, dal generale francese Charles de Montholon, che lo seguì in esilio e che, per ereditare una parte del tesoro imperiale, del quale era destinatario, pose fine alla vita del suo benefattore. La dimostrazione dell’avvelenamento sarebbe la presenza di arsenico nei capelli di Napoleone. Non è preso in considerazione il fatto che l’arsenico è presente naturalmente nell’aria, nell’acqua e nel suolo di sant’Elena – un’isola vulcanica – e che per la conservazione delle ciocche di capelli si usavano prodotti a base di arsenico. Sul corpo imperiale, inoltre, non furono rilevati gli effetti che caratterizzano l’intossicazione da arsenico e l’autopsia rilevò, invece, un’ulcera cancerosa. Niente da fare: sono stati scritti articoli a iosa e date alle stampe libri di successo che avvaloravano la teoria del complotto, tanto che, ancora oggi, questa è tenacemente e scioccamente creduta.
Sta di fatto che la teoria complottista ha un percorso consolidato: si parte ogni volta da una notizia – vera o falsa che sia – per arrivare a conclusioni che non hanno ragione di essere se venissero presi in considerazione altri elementi di contesto, plausibili e affidabili. Per i complottisti, ad esempio, lady Diana non morì per un incidente automobilistico provocato da un autista ubriaco, ma per volere dei servizi segreti britannici. La possibilità di confutazione non è gradita ai cospirazionisti che precipitano nella accettazione incondizionata di un messaggio privo di evidenze. Le tecnologie mediatiche, per interesse o ignoranza degli addetti, diffondono, in maniera rapidissima, affermazioni inconsistenti che trovano terreno fertile in persone fragili o disinformate. Basterebbe applicare il metodo scientifico per smontare le dicerie in circolazione con dati, ipotesi ed evidenze, ma occorrerebbe saper ragionare.
(Dal quotidiano La Ragione del 25.11.2021)
Primo Mastrantoni. Aduc