Fare benzina è sempre più costoso. E siccome questo è l’elemento più pesante nel budget annuale dell’automobile, il guidatore medio giustamente si lamenta del prezzo della benzina. A ragione o a torto? I dati supportano entrambe le ipotesi. I dati del Bollettino petrolifero dell’Unione europea (aggiornati al 29 luglio) riflettono una realtà apparentemente incontestabile: i prezzi dei carburante hanno registrato aumenti per diverse settimane di seguito, indicando così la tendenza del 2019. Il costo medio del litro di benzina in Italia (imposte incluse) ammonta a 1,592 mentre il diesel è a 1,478.
Pertanto, se un conducente in Italia avesse la possibilità di dedicare tutto il suo reddito mensile (1.903 euro) per fare rifornimento, potrebbe acquistare 1.219 litri di benzina in un solo momento. Non sembra una quantità insignificante, ma non è eccessiva. In Svizzera, il Paese europeo con il miglior rapporto tra prezzo della benzina e salario medio, un automobilista potrebbe portare a casa 3.388 litri con un unico stipendio mensile. Dietro ci sono Lussemburgo (2.827 litri) e Norvegia (1.989 litri). Non lontano dalla Spagna (1.126 litri) compaiono paesi come i Paesi Bassi (1.279 euro).
L’Albania chiude l’elenco con la minima quantità di benzina possibile, solo 218 litri. Serbia e Macedonia settentrionale sono nella parte finale della classifica, ma possono vantare numeri migliori: lì lo stipendio medio consente di acquistare più di 300 litri.
Al di là dall’Europa ci sono alcuni esempi eccezionali, luoghi in cui alti salari e benzina economica danno risultati sorprendenti: Qatar (6.476 litri), Kuwait (5.251 litri), Emirati Arabi Uniti (4.922 litri) e Stati Uniti (4.711 litri) compaiono nei posti più importanti della classifica.
Dall’altra parte della classifica, a Cuba (30 litri), Madagascar (42 litri) e Tagikistan (131 litri) è possibile acquistarne una quantità molto limitata. I peggiori rapporti salariali si concentrano nell’Africa sub-sahariana, nell’Europa orientale e nel sud-est asiatico.
Gli autori dell’analisi di Tripodi citano due esempi specifici: Nigeria e Venezuela. Il Paese africano, nonostante sia un grande esportatore di petrolio e venda benzina molto economica, lo stipendio medio stentato (circa 180 euro) è sufficiente per acquistare 501 litri. E in Venezuela la situazione potrebbe sembrare favorevole a prima vista, ma la crisi e l’inflazione hanno portato a una situazione tanto drammatica quanto folle: “Uno stipendio medio è sufficiente per acquistare una quantità inimmaginabile di benzina, oltre 14 miliardi di litri! Tuttavia, date le circostanze, questa situazione è completamente ipotetica”.
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori