Economia in picchiata. Conte e Di Maio continuano a raccontare bufale

C’è da preoccuparsi. A leggere i dati Istat, il bollettino economico della Banca d’Italia e i report del Fondo monetario internazionale, l’Italia è messa male…

Siamo il primo Paese in Europa a entrare in recessione.

Se combiniamo il dato negativo degli ultimi due trimestri del 2018 (governo legastellato), con i problemi economici internazionali, la preoccupazione, reale, porta il Pil, cioè la crescita del Paese nel 2019, vicino allo 0%.

In questa situazione sentiamo le dichiarazione lisergiche del premier, Giuseppe Conte: è un momento passeggero, afferma, e nella seconda metà dell’anno la situazione migliorerà.

Il premier Conte si esercita in attività divinatorie, cioè racconta bufale al popolo che ci vuol credere, tanto ha la Rai dalla sua parte.

 

Il vicepremier Luigi Di Maio, attribuisce la colpa al governo precedente, dimenticando che proprio con il governo precedente si sono avuti 14 trimestri (tre anni e mezzo) consecutivi di crescita del Pil. Evidentemente Di Maio, oltre ad aver problemi con la declinazione dei verbi, li ha, anche, con le addizioni e sottrazioni e quando il risultato non gli piace, dichiara che i numeri sono fallaci; ma, tant’è, pochi giorni fa prevedeva un boom economico.

Il vicepremier Di Maio si esercita, anche lui, in attività divinatorie, cioè racconta bufale al popolo che ci vuol credere, tanto ha la Rai dalla sua parte.

 

Vero è che il contesto internazionale non è favorevole a causa, anche, della guerra commerciale tra Usa e Cina, avviata dal presidente americano Donald Trump, il cui arrivo alla Casa Bianca fu salutato con entusiasmo dal garante del M5S, Beppe Grillo e fu invitato nella Capitale dalla sindaca Virginia Raggi, segno, se mai qualcuno avesse dubbi, che i pentastellati hanno difficoltà di comprensione di politica estera ed economica.

 

Purtroppo, questo governo ce l’ha messa tutta per affossare la nostra economia. Basterebbe ricordare la contrapposizione con l’Ue e con i nostri maggiori interlocutori economici, lo spread in salita vertiginosa, le misure sul mercato del lavoro che hanno prodotto l’effetto opposto, la spesa a debito (pensioni e reddito di cittadinanza) che non producono crescita ma sono finalizzati al consenso elettorale.

 

Insomma, 8 mesi di governo legastellato hanno dato il colpo definitivo che ha portato l’Italia in recessione.

 

Prima gli italiani, dicevano gli esponenti della Lega e del M5S. Si certo, prima gli italiani a entrare in recessione.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc