Periodo di punta nei trasporti ferroviari aerei e quindi ritardi e caos normali? Dipende dalle assuefazioni culturali e normative che abbiamo deciso di adottare e/o subire.
A sentire la politica, se di opposizione, ci dice che la responsabilità è dello specifico ministro dei Trasporti. La politica di governo, invece, o non risponde alle sollecitazioni o dice che per capire cosa sia successo in questo o quell’altro avvenimento, occorre aspettare le relazioni dei tecnici… e il caos continua.
Poi ci sono quelli che gestiscono i servizi. Per i treni, se si chiede a Trenitalia, tranne le volte in cui scaricano la responsabilità su fattori esterni ed incontrollabili, ci sciorinano una serie di dati che sembra di avere a che fare con le ferrovie svizzere o simili. Per aerei ed aeroporti, la responsabilità ci dicono che è sempre esterna, fattori eccezionali che non hanno consentito di attrezzarsi alla bisogna.
In entrambi i casi le vittime sono i passeggeri.
Sia perché subiscono i problemi sia perché raramente riescono a farsi rimborsare grazie a una normativa farraginosa e, quand’anche avessero ragione lampante, devono superare la burocrazia ostativa di fornitori di servizi che partono dal presupposto che loro hanno ragione e i passeggeri hanno torto. Difficile immaginarsi che, per esempio, per un rimborso di qualche centinaio di euro (come spesso è necessario fare, pur se sono evidenti le ragioni del passeggero) si vada davanti a un giudice… che tra costi e tempo, conviene “prendersela in saccoccia”.
Il dubbio ci attanaglia… non è che questo accade perché l’italica genia è predisposta in merito? Tra istituzioni e privati che credono di aver sempre ragione e che il proprio interlocutore sia persona che vuole comunque e sempre fotterli, e clienti/utenti che credono che sia anomalo non fottere un’istituzione o un privato.
Un contesto in cui – nonostante una sorta di “volemosi bene” – chi presuppone di avere più potere, o di essere più furbo, considera giusto fottere il proprio interlocutore.
Certamente la responsabilità maggiore è delle istituzioni, in tutte le loro fasi, a partire dalla scuola. Sono gli studenti di queste scuole che, poi, oggi sono i nostri ministri.
Siamo però non messi tanto male in quanto, oltre che italiani, siamo anche europei, e lì si intravede una musica diversa. A cui – e questo è un pregio individuale – noi italiani non siamo riottosi ma sempre molto disponibili. Gli italiani in Europa (e anche nel mondo), a parte alcune forme delinquenziali estreme (si pensi alla regia della ‘ndrangheta calabrese ovunque ci sia un malaffare), siamo cittadini a tutto tondo.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc