Ho fatto un sogno: il 4 maggio riparte l’Italia. La gente ricomincia a provare interesse per la vita pubblica. Non mi capitava di scaldarmi da tempo, da troppo tempo, colpa della quarantena. In questo periodo di paura, panico, allarmismo ho vissuto quasi in trance: colpa delle troppe dirette televisive e social.
E mentre conto i miei cento euro che valgono ogni giorno di meno, riscopro la gioia del 4 maggio: così mi educa la televisione. Gioite si riparte, c’è pronta la fase 2, quella del rilancio, dei bar aperti e dei ristoranti, della vita come prima, tranne qualche piccola distanza da mantenere con uso delle mascherine. Suvvia, che sarà mai dopo tutto…
Peccato che a offuscare i miei sogni ci sono dei numeri che ogni giorno ci regala la Protezione Civile. E i numeri non mentono:
In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 25 aprile, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 195.351, con un incremento rispetto a ieri di 2.357 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 105.847, con un decremento di 680 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi 2.102 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 71 pazienti rispetto a ieri.
21.533 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 535 pazienti rispetto a ieri.
82.212 persone, pari al 78% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 415 e portano il totale a 26.384.
Ecco che qualcosa non torna più. Forse l’aria del cambiamento non è proprio del tutto respirabile. Provo la stessa sensazione che circolava ai tempi della smodatezza della politica che ci portò a tangentopoli e degli eccessi dei giudici che ci regalarono l’epopea di Berlusconi. Ma oggi, come allora, non è facile immaginare come andrà a finire. Lo scenario virus sembra aperto a qualsiasi tipo di evoluzione. resta alto il numero dei morti che quotidianamente i bollettini ci regalano. Quattrocento e passa vittime ogni 24 ore non sono proprio numeri che ci possono regalare ottimismo o no? Vi pare che stia andando proprio tutto bene? Il Papa esorta ad aiutare i nuovi poveri che il coronavirus ha prodotto: un dibattito mai chiuso semmai fosse stato sul serio approfondito. Numeri, vittime, dolore, povertà.
C’è una società civile che si incanta ma allo stesso tempo si spaventa di fare la sua parte. Meglio il basso profilo su certi argomenti, guai se ci fosse una chiamata alle armi, sul serio. Intanto, mentre incombe il virus, i prezzi impazziscono e diventiamo ogni giorno più poveri. Grande è la confusione e quindi, la situazione è eccellente per chi vorrebbe diventare il padrone di tutto. Iniziando dalla città. Al grido di “ci penso io” è esplosa la moda dei piccoli ducetti in salsa buddace.
Noi a Messina ne sappiamo purtroppo qualcosa: intervengono sempre in maniera scomposta, maleducata, cafoncella con idee e proposte fatte di aria fritta e luoghi comuni. Tipici di una voracità primitiva incapace di distinguere e rispettare regole, codice e buona educazione. La loro buona politica è una favola per poterne parlare di continuo. In fin dei conti sono quello che si fumano. E così torniamo alla fase 2.
Forse la ripartenza come la buona politica è una chimera e quella che ci propone Giuseppe Conte, Nello Musumeci, Cateno De Luca non è che una delle tante. Le vittime del virus, quelle no, quei numeri quotidiani sono purtroppo certezze.