Tornano in sciopero i magistrati onorari. Il Governo che aveva promesso di affrancarli dalle vessazioni dell’ultimo ventennio ne ha tradito completamente la fiducia, mortificandoli con l’ennesima controriforma afflittiva, disancorata, al pari dei precedenti interventi legislativi, dai vincoli costituzionali sia nazionali sia derivati dal diritto sovranazionale.
Equiparati – ma ai soli fini retributivi e solo parzialmente – ai funzionari amministrativi dei più bassi livelli retributivi e privati, ancora una volta, di qualsiasi certezza in ordine alla continuità e alla durata del proprio rapporto di servizio (il numero dei quadrienni e dei giorni lavorativi settimanali è rimesso al solo datore di lavoro), i magistrati onorari italiani vengono sottoposti a un irragionevole procedura concorsuale per rimanere, nondimeno, lavoratori onorari, ossia sprovvisti di qualsivoglia riconoscimento anche solo formale.
Per loro resta vietato parlare di giornata lavorativa, orario di servizio, retribuzione, gestione ex-INPDAP, ferie, aspettativa retribuita, ecc.; ma neppure ricevono un trattamento economico adeguato al decoro di un libero professionista operatore del diritto.
Il balzello da pagare per accedere alla surreale procedura concorsuale è la rinuncia alla richiesta dei danni patiti per oltre un ventennio. Mentre la futura retribuzione massima futura è dimezzata rispetto a quella spettante in precedenza ai giudici di pace.
Non manca l’ironia al Legislatore italiano, giacché l’emendamento alla legge di bilancio per l’anno 2022 esordisce con l’affermazione surreale che le susseguenti disposizioni intendano dare attuazione a superiori obblighi unionali, puntualmente violati, invece, proprio dalle norme che seguono tale mendace dichiarazione propagandistica, volta, plausibilmente, a quietare i malumori dell’Unione Europea, puntualmente allertata di tale puerile tentativo elusivo dei puntuali vincoli unionali richiamati dall’art. 117 della Costituzione italiana.
L’unico interesse tutelato da questo incredibile intervento legislativo è quello di chi vede, nel magistrato onorario, un nemico da abbattere, finanche privandolo di ogni tutela, inclusa quella all’integrità fisica, come attesta il recente reiterato ritiro della tessera identificativa ricognitiva della facoltà di porto d’armi, invisa alla medesima burocrazia ministeriale autrice del lunare emendamento di fine 2021, in quanto foriera di una possibile equiparazione tra il diritto alla vita del magistrato di ruolo e quello alla vita della magistrato onorario.
Da questa ennesima farsa, degna di essere annoverata tra le più trite battaglie di retrovia di una politica succube dei poteri forti e incapace di riformare la giustizia italiana, confidiamo che la parte sana di questo Paese sappia prendere le distanze, a cominciare dall’Associazione nazionale magistrati (ANM), che si era portata su posizioni ben più progredite, serie e rispettose di quelle emerse in questa ennesima insultante aggressione.
Meritiamo, Cari Concittadini, uno Stato di diritto fondato su tutele giurisdizionali rigorose, affidate a magistrati imparziali e indipendenti, al prescindere dal ruolo occupato nell’ordine giudiziario: scioperiamo anche per Voi!
Il Presidente
Raimondo Orrù