#Gianni_De_Michelis muore e un’altra stagione si chiude con l’interprete più vitalistico di quel mondo.
Era il socialismo da bere che riuscì a lasciare traccia del suo passaggio nella storia italiana per essere, oltre #tangentopoli, riuscito a ravvivare il dibattito pubblico virando verso un riformismo tricolore che provava a coniugare la sensibilità nazionale con l’idea di #Stato, avviando un confronto importante sulle riforme costituzionali.
Oggi nel ricordo di molti rimane una stagione di grande animazione culturale e politica in un sistema bloccato dal bipartitismo imperfetto #DC / #PCI, di cui rimane poco perché la logica partitocratica si è imposta,saccheggiando le finanze dello Stato pur di controllare un elettorato ‘assistito’ e senza più valori.
Il popolo/elettorato così manipolato, inteso esclusivamente come preda di un capillare clientelismo amorale e vittima/complice di un pervasivo sistema corruttivo, ha reso la #Repubblica_Italiana ancora più fragile e soggetto ricattabile nel suo percorso storico di affrancamento dalla contrapposizione geopolitica tra USA e URSS, seppur con qualche sussulto dignitoso come quello di #Sigonella, dove Bettino #Craxi con Ministro degli Esteri #Andreotti tentarono di pretendere rispetto da chi intendeva l’Italia solo una colonia senza autonomia e dignità. Quei protagonisti contribuirono, nelle loro interpretazioni e con #De_Michelis anche nelle sue versioni mondane, con intelligenza e muniti di un patrimonio culturale, cercando di dimostrare che l’Italia avesse una dignità e fosse uno #Stato_Sovrano che meritava rispetto oltre ogni tracotanza, da qualunque parte potesse provenire.