Sconcerta che nel giro di pochi mesi la Commissione Europea abbia condannato la Polonia per aver approvato una riforma della Giustizia che minerebbe l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura polacca, mentre dopo anni non riesce ad obbligare il Governo italiano a rispettare gli stessi vincoli sovranazionali.
Le violazioni polacche sono minime rispetto a quelle italiane, giacché i magistrati onorari Italiani non hanno alcuna tutela previdenziale e assistenziale effettiva, percepiscono retribuzioni cinque volte più basse della media europea e possono essere espulsi con un procedimento sommario dall’ordine giudiziario.
Nonostante la procedura EU pilot si sia chiusa sfavorevolmente per l’Italia nel 2015, e una condanna della Corte di Giustizia del luglio 2020 le imponga di adeguare le norme nazionali ai trattati UE, la procedura di infrazione è ferma.
I magistrati onorari italiani svolgono oltre il 50% delle attività civili e penali, in materie sovrapponibili a quelle attribuite ai loro colleghi ordinari e non possono votare i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura né esservi eletti.
L’ammontare degli scarsi emolumenti dipende dal potere discrezionale dei capi degli uffici di stabilire se e quanto farli lavorare, a prescindere dall’enorme arretrato che continua ad accumularsi.
L’Italia consente anche che i magistrati ordinari si approprino della paternità dei loro provvedimenti, firmando le minute predisposte dai magistrati onorari o che interferiscano sulla decisione dei processi imponendo direttive incompatibili con il principio del libero convincimento del giudice naturale.
Il trattamento diverso riservato all’Italia e alla Polonia sull’autonomia e l’indipendenza dei loro magistrati mostra un’Europa che discrimina le Nazioni che la costituiscono: ad alcune è concesso tutto, ad altre molto meno.
Nell’attesa che ai magistrati onorari italiani venga riconosciuto il diritto a compensi più equi, tutele previdenziali e ferie retribuite, appare evidente che ad andare in ferie è stata soprattutto la Commissione Europea, incapace dopo anni di portare a conclusione la procedura di infrazione contro l’Italia pur avendo già ravvisato violazioni rilevanti sull’autonomia e l’indipendenza dei Pubblici Ministeri e dei Giudici Onorari italiani.
Il Presidente
Raimondo Orrù