Dallo scorso 1 febbraio chi fa un ricorso giudiziale dovrà pagare il contributo unificato (l’imposta per l’uso della giustizia) solo attraverso PagoPa. Ma se si va sul sito dell’Agenzia delle Entrate continua ad essere previsto che il pagamento si fa acquistando le relative marche in tabaccheria e allegandole al ricorso oppure attraverso F24. No comment.
Questo significa, per chi ha presentato un ricorso dopo il 1 febbraio usando il vecchio metodo, che deve provvedere al pagamento tramite PagoPa, farsi restituire le marche che ha consegnato in cancelleria e compilare apposito modulo per il rimborso che arriverà coi tempi noti di queste operazioni… Non tutti i tribunali hanno cominciato a chiedere il pagamento via PagoPa, per cui dipende da dove si presenta il ricorso.
In un contesto “normale” sarebbe stato previsto un periodo di doppia possibilità di pagamento, sì che il nuovo sistema telematico entrasse dolcemente nelle abitudini degli utenti dei servizi di giustizia.
Ma è noto che il nostro non è un Paese “normale”. Non solo, ma è anche vessatorio, visto che per farsi rimborsare il dovuto il meccanismo prevede: andare in tribunale a ritirare il modulo con le marche (e magari il ricorso, proprio per non andare in tribunale a fare file, etc, lo si è spedito per posta), farsi firmare il tutto dal cancelliere, compilare modulo, spedire e attendere. Come al solito molto user friendly.
ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori