Il male di questa città sono gli ignavi. Non a caso, il Consiglio comunale uscente che passerà alla storia, non per imprese eroiche, bensì per l’inchiesta gettonopoli, era composto da una comunità di politicanti “nè carne, nè pesce”: in una parola, ignavi.
Lo schieramento politico e la vita attiva all’interno del Comune sono considerate tappe fondamentali e inevitabili nella vita di un cittadino. Se l’uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno di stima e ammirazione.
Rileggendo la Divina commedia, cosa che consiglio di fare ai messinesi prima di recarsi al voto, scopriamo che gli ignavi sono coloro che durante la loro vita non hanno mai agito, né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre al Sistema. Dante, nella sua Commedia, li inserisce nell’Antiferno, perché li giudica indegni di meritare sia le gioia del Paradiso, sia le pene dell’Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare per l’eternità attorno a una bandiera bianca – simbolo della loro incapacità di schierarsi, in vita, da una piuttosto che dall’altra parte – punti da vespe e mosconi. Il loro sangue, unito alle loro lacrime, si mescola al fango dell’Inferno, come se questi dannati fossero dei cadaveri, morti viventi sepolti vivi, con il corpo straziato dai vermi. Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo e completo. Ora i riflettori sono puntati su chi si sarà il nuovo sindaco, Accorinti, Bramanti, De Luca, Saitta, Sciacca e Trischitta... ma pochi si ricorderanno degli ignavi consiglieri che hanno, con il loro comportamento, peggiorato la crisi di Messina. Oggi gli “ignavi” si preparano baldanzosi a ritornare in sella. Si candidano per le prossime amministrative convinti che i cittadini sono degli utili idioti che li voteranno sempre e comunque, condanna o non condanna, impegno o non impegno. Sì, tutti parleranno di progetti, programmi, riqualificazioni urbane ancora per qualche giorno e del dramma degli ultimi, dei precari, dei giovani costretti a emigrare, degli anziani abbandonati intanto, non si ricorda già più nessuno. Che classe politica brutta.