Global Compact e l’agitazione elettorale di Salvini

Appena sente parlare di immigrati e immigrazione, il vice premier e ministro all’Interno, Matteo Salvini, entra in agitazione; è roba sua e si capisce perché: ha fatto fortuna elettorale sugli immigrati.

 

Il caso si è presentato in occasione della firma del Global Compact for Migration, un accordo intergovernativo, elaborato sotto l’egida dell’Onu, per regolare in tutti i suoi aspetti, il fenomeno delle migrazioni internazionali. Ha avuto il voto unanime di 193 Paesi membri, dopo un lavoro che li ha visti impegnati per 2 anni.

 

Il Global Compact non è giuridicamente vincolante, riconosce che nessuno Stato può affrontare il fenomeno migratorio da solo e conferma la sovranità degli Stati.

 

L’adesione all’accordo è stata fatta dallo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una seduta dell’Onu, il 26 settembre scorso. La firma dell’accordo è prevista per l’11-12 dicembre prossimo a Marrakesc (Marocco).

 

L’accordo dovrebbe trovare il consenso del governo italiano,  perché è in linea con quanto più volte affermato a proposito della condivisione europea del fenomeno della immigrazione.

 

Invece, il ministro Salvini ha dichiarato: “Io sono assolutamente contrario al Global Compact. Non vedo perché mettere sullo stesso piano i migranti cosiddetti economici e i rifugiati politici”.

Affermazione falsa, una bufala, insomma.

Il Global Compact afferma, viceversa, che “Rifugiati e migranti hanno diritto agli stessi diritti umani universali e libertà fondamentali tuttavia, migranti e rifugiati sono gruppi distinti, regolati da sistemi legali differenti. Solo i rifugiati hanno diritto a una specifica protezione internazionale”. Inoltre, il documento prevede di contrastare l’immigrazione irregolare e di favorire gli accordi di rimpatrio, che è quello che tutti auspicano.

Dunque, cosa vuole il vicepremier Salvini? L’appannaggio esclusivo dell’argomento migrazioni a fini elettorali?

Invece di perdere tempo a farsi fotografare o a twittare, per operazioni disposte dalla magistratura e non dal governo, che non ne ha merito, è necessario che il ministro Salvini inizi a leggere, e studiare, i documenti sui quali esprimersi. Meno chiacchiere e più fatti.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc