Bilancio italiano. “Clausi cum clave”. Chiusi con una chiave. Successe nel 1268, a Viterbo, quando si doveva eleggere un nuovo Pontefice. La contrapposizione tra cardinali non portava a risultato, per cui i viterbesi segregarono i cardinali nel Palazzo dei Papi, lesinando sul vitto. Così si ottenne l’elezione del nuovo papa, Gregorio X.
La storia, dopo ben 750 anni, sembra ripetersi, non per la elezione del Papa, ma per l’approvazione del bilancio italiano del 2020.
Una gestazione surreale.
Perché diciamo surreale? Perché un terzo degli emendamenti è stato presentato dalla maggioranza che sostiene il governo, e Italia Viva, che è al governo, ha presentato più emendamenti della Lega, che è all’opposizione.
Che direbbe un cittadino di buon senso? O meglio, che cosa chiederebbe al governo e alla sua maggioranza? Mettetevi d’accorso prima, fate riunioni e uscite con una posizione unitaria. Perché, direbbe il cittadino, dobbiamo assistere a continue dichiarazioni tra chi è al governo e quelli che sono, egualmente, al governo?
Ma quando la smettete di litigare? Comprendiamo l’opposizione che fa il suo mestiere, ma voi della maggioranza e del governo perché litigate?
Prendete esempio dal Conclave del 1268, chiudetevi in una sala, mangiate poco e bevete niente (alcolici, s’intende), insomma, a pane e acqua.
A completamento sarebbe bello che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, evitasse frasi fatte, utili per i citrulli, l’ultima delle quali è: ho evitato la procedura di infrazione 2 volte. Sì certo, dopo che il suo governo aveva portato lo spread a 327 punti, con maggiore spesa per interessi e stretta sul credito.
Ovviamente, l’invito vale anche per i ministri, specialmente per alcuni.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc