Sembra semplice: un governo che governa e una opposizione che fa opposizione. Un governo, e la sua maggioranza, che presenta leggi e una minoranza che si oppone nelle aule parlamentari e nelle piazze. Non nelle aule trasformate in piazze, perché abbiamo sempre ritenuto che, nel luogo dove sono rappresentati i cittadini, le manifestazioni teatrali non devono aver luogo, da chiunque le rappresenti.
Dovrebbe essere così, o, almeno, crediamo che debba essere così.
Ieri, al Senato, abbiamo assistito a comportamenti incomprensibili durante l’informativa del presidente Conte sul Consiglio europeo di venerdì prossimo.
FdI non si è presentata in aula, la Lega ha abbandonato i lavori dopo l’intervento del suo capogruppo e Salvini ha dichiarato che “i porti aperti hanno salvato vite, mentre i porti chiusi hanno condannato a morte migliaia di persone”, che è l’esatto contrario di quando affermato quando era ministro dell’Interno.
Il bello è che, sia FdI che la Lega, rivendicano la centralità del Parlamento e, ora, che ce n’era l’occasione, fanno esattamente l’opposto, il che non ci meraviglia, visto che dicono e fanno l’esatto contrario.
Un esempio?
Si oppongono al Meccanismo europeo di Stabilità, paventandolo come la peggiore delle iatture, ma l’avevano approvato nel 2011, con tutte le pesanti condizionalità, quando Meloni era ministro con Berlusconi, la Lega faceva parte della maggioranza e Salvini era eurodeputato.
Insomma, una opposizione alla ricerca del consenso elettorale facendo conto della scarsa memoria degli italiani.
La coerenza, tra quello che si dice e si fa, è relegata tra le pagine polverose del vocabolario.
Pifferai, insomma. Utili per chi insegue le chimere.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc