Non poteva che finire così. Il Bilancio, il documento più importante dell'anno, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei deputati, inviato in Aula per l'approvazione definitiva, è tornato in Commissione. Motivo? Spese non compensate dalle entrate. Qualsiasi buon padre, o madre di famiglia, fa i conti di quanto entra in casa e di quanto può spendere. In Parlamento, no. Tutti i gruppi politici (dicasi tutti) hanno riempito il Bilancio di voci di spesa per soddisfare il proprio elettorato, ma i conti non tornano, sicchè, la Ragioneria generale dello Stato ha bocciato quasi un terzo degli emendamenti di spesa, approvati dopo 48 ore di discussione in Commissione. Ora, si torna in Commissione, poi in Aula, poi il testo dovrà passare al Senato, ripercorrendo lo stesso iter, e siamo a pochi giorni dalla fine dell'anno. Il Bilancio dovrebbe essere approvato nei primi giorni di dicembre perché ad esso sono collegati i bilanci regionali e perché si deve dar tempo alle strutture di predisporre gli atti di impegno e spesa. Il tutto lascia perplessi sulla capacità di spesa dei fondi del Next Generation EU. Infatti, i finanziamenti comunitari sono legati al raggiungimento degli obiettivi, cioè hanno condizionalità. Se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo il timore che i 209 miliardi europei siano una chimera. Primo Mastrantoni, segretario Aduc