E’ il tema caldo del momento, così caldo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte si è scottato, anzi, bruciato le dita. Il Consiglio europeo, formato dai capi di Stato e di governo della Ue, ha approvato un documento che segna tre sconfitte per l’Italia.
I punti in discussione erano: centri di accoglienza, ricollocazione e ONG. La realizzazione dei centri di accoglienza e la ricollocazione dei migranti in Europa è su base volontaria, il che significa che la stragrande maggioranza dei Paesi europei non li farà e non accetterà le quote di migranti loro spettanti; così in Italia continueranno a sbarcare migranti senza poterli distribuire in Europa. Come abbiamo già scritto, la maggior parte delle operazioni di salvataggio in mare è effettuato da navi militari o mercantili; limitare le operazioni delle ONG (Organizzazioni non governative) significa trasferire tale compito proprio alle navi militari e mercantili e incentivare gli sbarchi dei gommoni dei trafficanti direttamente sulle coste italiane (es. Lampedusa).
Insomma, il presidente Conte si è esibito in Consiglio europeo a battere i pugni e alzare la voce (come suggeriva Salvini) ma ha ottenuto l’esatto contrario di quel che chiedeva.
Di più, è stato sancito che le modifiche al regolamento di Dublino, che prevede come Paese ospitante quello di primo arrivo (es. Italia), possono essere approvate solo alla unanimità dei membri del Consiglio europeo, il che ci sembra molto improbabile che avvenga, mentre rimane l’obbligo, di riprendersi i migranti transitati nel nostro Paese e arrivati in altri Stati europei.
Cosa ha fatto, nel mese di giugno, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini? E’ volato a Tripoli per proporre centri di accoglienza (hotspot) ai confini sud della Libia.
Ha avuto una risposta negativa, che era già nota. In sintesi, il ministro Salvini va in gita in Libia e pranza sull’aereo con cotoletta e patate. Buon per lui, si sa che ci teniamo molto al benessere psicofisico dei nostri governanti ma, vogliamo ricordarlo, il costo della visita libica, per un viaggio inutile, è a carico del contribuente.
Insomma, di parole, e paroloni, ne abbiamo sentite tante, di fatti non ne abbiamo visti.
Un mese di flop e bufale.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc