M5S: avevano suscitato grandi speranze, finalmente, si diceva, un movimento onesto, trasparente che fa del rispetto della legge un elemento centrale nei rapporti tra cittadini e Stato.
Che cosa è rimasto di tutto ciò?
Abbiamo già elencato una serie di contraddizioni, se non di veri e propri voltafaccia, che vogliamo ricordare:
- No Ilva, poi sì Ilva.
- No Tap, poi sì Tap.
- No terzo Valico, poi sì terzo Valico.
- No Tav, poi vedremo.
In questa storia delle promesse mancate e delle speranze tradite, ci aiuta il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, pentastellato della prima ora, espulso per non aver ubbidito ai vertici del M5S, che chiedevano le sue dimissioni perchè indagato per un fatto del quale successivamente si è dimostrato estraneo.
Vediamo.
- Tutto streaming, poi niente streaming.
- Mai alleanze con in partiti, poi alleanza con la Lega.
- Qualsiasi carica nel M5S sarà elettiva, poi presidente non eletto, segretario non eletto, tesoriere non eletto, membri del direttorio non eletti, portavoce non eletti, responsabili comunicazione non eletti.
- Candidati scelti dalla base, poi scelti dal capo politico.
- Mai in televisione, poi sempre in televisione.
- Fuori dall’euro, poi dentro l’euro.
- Due mandati elettivi poi a casa, poi si inizia a discutere, con la scusa di valorizzare le competenze acquisite.
- 30 miliardi di sprechi da abolire al primo Consiglio dei Ministri, poi mai trovati.
- I ministri li sceglie il Presidente della Repubblica, poi si minaccia l’accusa di tradimento se il Presidente Mattarella sceglie i ministri.
- Mai più governi non eletti: il presidente Conte non è stato eletto e non è neanche parlamentare.
- Mai più alleanze post elettorali fra partiti che si presentano divisi e poi inciuciano, poi alleanza con la Lega.
- Fuori i partiti dalla RAI, poi spartizione con la Lega.
- Niente fondi alle scuole private, poi sì ai fondi alle scuole private.
- No ai cacciabombardieri F35, poi sì agli F35.
- Mai più condoni, poi sì a condoni fiscali ed edilizi.
- Niente indagati, poi sì agli indagati.
Ecco, cosa resta del M5S? Le poltrone.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc