Siamo rimasti un po’ dubbiosi nel leggere le dichiarazioni del ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, che ha elogiato il presidente della Banca Centrale europea (Bce), Mario Draghi, “nel varare l’Omt, più noto come Qe (Quantitative easing) europeo, sfruttando gli interessi dei Paesi che ne avrebbero beneficiato per rientrare dai loro crediti”.
L’Omt, varato nel 2012, sta per operazioni definitive monetarie; queste operazioni servono a impedire che le tensioni sui mercati dei titoli di stato possano portare a forti aumenti dei tassi di interesse, che avrebbero effetti negativi su imprese e banche. Le Omt consistono nell’acquisto diretto, da parte della Bce, di titoli di stato, a breve termine, emessi da Paesi in difficoltà economica.
Il Qe (quantitative easing), varato nel 2015, sta per alleggerimento quantitativo; consiste, nell’acquisto di titoli pubblici e altre obbligazioni; in questo modo la Bce fornisce denaro alle banche che, a loro volta, lo prestano a imprese e alle famiglie.
Ora, non ci risulta che l’Omt siano state utilizzate, il Qe si. Tra l’altro con il Qe, la Bce dà denaro alle banche, come detto, con l’Omt fornisce denaro ai governi. C’è una sostanziale differenza!
Forse è stata una svista del ministro Savona, il quale, nella sua dichiarazione, propone che siano attribuiti maggiori poteri alla BCE “se si vuole che il mercato comune e l’euro sopravvivano sul piano del consenso politico che trae alimento nella crescita del benessere economico e sociale dei Paesi membri”. La proposta del ministro Savona prevede un aumento dei poteri della BCE sui tassi di cambio, che già possono essere esercitati, e la possibilità di intervenire sui debiti dei Paesi, garantendoli.
Sulle finalità della proposta non possiamo che essere d’accordo, la vediamo un po’ difficile sulle garanzie dei debiti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc