“Mettere a dama” è una espressione del gioco della “Dama”, che prevede di bloccare l’avversario per poi “mangiarne” le pedine.
Ci è venuta in mente questa espressione leggendo le dichiarazioni della ministra alle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli e osservando le azioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Come è noto, il governo Conte2 è stato nominato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per completare l’iter costituzionale, il governo deve avere la fiducia del Parlamento e, soprattutto, la deve avere il programma presentato dal governo stesso.
Dunque, manca un passaggio fondamentale affinchè il governo entri nel pieno delle sue funzioni.
In questo frangente di tempo, gli obiettivi programmatici sono sospesi, ma non è stato inteso così dalla ministra De Micheli che è intervenuta, con una dichiarazione, sulla realizzazione di alcune opere infrastrutturale e sulle concessioni autostradali. C’è un evidente problema di “educazione” istituzionale e di rapporti politici con gli alleati penta stellati.
Non capirlo non depone bene.
Un fatto grave, è stato commesso dal ministro Di Maio: ha convocato, nella sede del ministero, i membri penta stellati del governo. Una riunione di partito, insomma, in sede istituzionale. Se il capo politico del M5S, vuole fare una riunione del suo partito se la faccia nella sede del M5S o affitti un locale. Non è dato che si utilizzino soldi del contribuente per il mantenimento di una struttura pubblica utilizzata, anche, per riunioni di una associazione privata, quale è un partito.
L’altro aspetto, riguarda i rapporti istituzionali, poichè non si può configurare un sub governo penta stellato, autonomo dal governo Conte2, e di rapporti politici con l’alleato, il Pd, che siede nello stesso Consiglio dei Ministri, luogo dove si assumono decisioni comuni.
Insomma, siamo alla furbizia e alla prefigurazione di tensioni che hanno caratterizzato il precedente governo.
Di problemi da risolvere ce ne sono a iosa, li abbiamo rilevati in passato e ocntinueremo a farlo.
Vorremmo che i ministri, che sono stati nominati dal Presidente Mattarella, che hanno ottenuto la fiducia dal Parlamento e sono pagati dal contribuente, facessero il loro lavoro senza perdere tempo giocando a “mettere a dama”.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc