HIV, ARCIGAY MAPPA I SERVIZI DI 31 CITTA’: SITUAZIONE PROBLEMATICA, REGREDITA NEL POST PANDEMIA

Nella Giornata mondiale della Lotta all’AIDS, Arcigay rende pubblici i risultati di una prima fase di mappatura dei servizi di prevenzione, cura e assistenza in ambito di salute sessuale, attivata dall’associazione nell’ambito del progetto Healthy Peers.

Il monitoraggio si è svolto tra aprile e ottobre 2022, grazie ai volontari di 27 comitati Arcigay, che hanno permesso di acquisire i dati di 31 capoluoghi italiani (Ancona, Catania, Ferrara, Firenze, Mantova, Milano, Modena, Padova, Pesaro, Reggio Calabria, Roma, Torino, Treviso, Varese, Cuneo, Rovigo, Palermo, Verona, Caserta, Viterbo, Frosinone, Pavia, Latina, Aosta, Siena, Venezia, Belluno, Rieti, Barletta, Lecce, Livorno), sollecitando nello stesso tempo i referenti istituzionali all’attivazione (o alla riattivazione post-pandemia) e all’efficienza dei servizi erogati alla comunità LGBTI+. Una seconda fase è stata lanciata proprio oggi sui social network, stimolando le persone ad attivarsi per aiutare i volontari a censire i servizi delle altre città.

La prima fase valutava una griglia di elementi (ambulatori, sportelli HIV, servizi per persone che vivono con HIV, servizi IST e centri prelievi, servizi PreP, PEP e vaccini, servizi psicologici, sportelli chems, servizi SerD/SerT, carceri, privato sociale, servizi salute Arcigay, stigma e segnalazioni della comunità,advocacy locale).

“Il progetto – spiega Ilenia Pennini, responsabile Salute nella segreteria nazionale di Arcigay –   ha fatto emergere una situazione problematica. Alcuni servizi specifici, ad esempio in ambito PrEP o gli sportelli per la gestione del ChemSex problematico,  sono poco istituzionalizzati o del tutto assenti. In qualche caso avversati o legati alla sensibilità e alla disponibilità di un singolo che permette, finché presente ed anche attraverso vie non formali, l’attivazione di servizi per la comunità LGBT+. Negli ultimi tre anni – riferisce Pennini –  sono stati tracciati casi di discriminazione in 19 sui 31 territori della mappatura”..

A esclusione di Siena, in tutte le città si trova un presidio/ambulatorio dedicato all’HIV, quasi sempre gratuito anonimo e ad accesso diretto. A Milano e Roma  sono stati segnalati più di quattro sportelli. Quattro sono a Venezia e Reggio Calabria. A Verona, Belluno, Palermo, Modena, Frosinone, Firenze, Padova, gli sportelli  sono tre. A Viterbo, Mantova, Ferrara, Lecce, Varese, Latina e Torino, ne  sono presenti due. Più difficile trovare abbinata a questo servizio un’attività di counseling pre e post test, fondamentale per aiutare le persone a comprendere quali sono i comportamenti a rischio e sostenerle in caso di esito reattivo. In tutte le città sono previsti presidi sanitari che prendono in carico persone con HIV. Sono assenti servizi di screening gratuiti per IST diverse da HIV sui territori di Barletta, Belluno, Catania, Lecce, Palermo, Reggio Calabria, Rieti, Siena, Venezia, Viterbo: 11 città su 31.  Rispetto alle infezioni tracciate (Candida, Clamidia, Epatite A, B, C, Gonorrea, Herpes genitale, HPV, Sifilide, Trichomonas, Micoplasma genitale), è possibile avere lo screening gratuito per tutte, compreso il Vaiolo delle scimmie,   in sole 6 città, cioè Aosta, Milano, Modena, Padova, Torino, Verona. A Frosinone sono disponibili tutti gli screening eccetto il Vaiolo delle scimmie. Nelle altre città è possibile sottoporsi a screening per due o più IST.  La PrEP viene proposta in  22 città su 31 (Verona, Venezia, Belluno, Caserta Treviso, Barletta, Modena, Milano, Palermo, Mantova, Cuneo, Ferrara, Lecce, Firenze, Rovigo, Ancona, Latina, Roma, Aosta, Torino, Catania, Siena). Le città di Firenze, Latina, Lecce, Milano, Roma, Verona e Venezia presentano più di un servizio PrEP., ma solo a Milano c’è una sperimentazione che permette la somministrazione gratuita.” Favorire l’accesso alla PrEP in gratuità o a prezzi ridotti a tante persone – sottolinea Pennini .-  è uno degli strumenti che in altri Stati sta portando a un’enorme riduzione delle nuove diagnosi da HIV; implementare questo strumento in ogni parte d’Italia porterebbe a un enorme beneficio in termini di salute pubblica”. Per quanto riguarda  la presenza dei servizi psicologici in convenzione rivolti a persone che vivono con HIV in contesti ospedalieri/ambulatoriali, il servizio è assente in quasi la metà dei territori mappati. In alcuni casi è segnalata la disattivazione negli ultimi anni a causa della riorganizzazione dovuta alla pandemia. Nelle sole città di Padova e Livorno, oltre al servizio psicologico è presente uno sportello rivolto a ChemSex problematico.

Un servizio è presente nelle città di Aosta, Varese, Verona, Mantova, Belluno, Pesaro, Roma, Reggio Calabria, Torino. Più di un servizio è presente nelle città Catania, Firenze, Latina, Milano, Padova. In 15 città le associazioni del territorio, compresa Arcigay, hanno strutturato  servizi dedicati alla promozione della prevenzione, benessere salute sessuale in contesti peer/community based  (Ancona, Catania, Latina, Ferrara, Firenze Mantova, Milano, Modena, Padova, Pesaro, Reggio Calabria, Roma, Torino, Treviso, Varese). “Questi servizi – fa notare Pennini –  che non si sostituiscono a quelli sanitari,  garantiscono da anni a tante persone che temono gli ospedali o che trovano difficoltà nei servizi di testing sanitari, di fare il test e avere informazioni in ambienti accoglienti e non giudicanti. Usciti dall’emergenza sanitaria, ci muoviamo però in un’ambiguità di norme sulle quali è urgente fare chiarezza”, conclude.

“Quarant’anni fa, nel 1982 – ricorda Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – il mondo conobbe la prima diagnosi di HIV. Da allora, dopo i primi anni di lutto, di grande paura e di stigmatizzazione della comunità LGBTI+, i movimenti dedicati a questa causa, prima fra tutti la nostra comunità, hanno sollecitato risposte pubbliche e messo in campo risposte proprie. La ricerca ha dato alcuni esiti importanti: le persone con HIV in terapia (TaSP) non trasmettono il virus, e in tema di prevenzione oltre all’uso del preservativo possiamo accedere alla PrEP. In questo contesto sembra incredibile il dato comunicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità, che parla di oltre 500 decessi per AIDS in Italia nel 2021.

I numeri che presentiamo, raccolti con l’esperienza delle persone che animano i nostri comitati locali, che ringrazio di cuore, sono un tentativo di approfondire le lacune di un sistema che evidentemente sta a malapena contenendo un fenomeno, ma assolutamente non lo combatte. Nel post pandemia, poi, la grande retorica della prevenzione e della salute, ha avuto la peggio rispetto ai prosaici conti, per far tornare i quali abbiamo fatto enormi passi indietro nell’accesso ad alcune prestazioni sanitarie, allontanandoci sempre di più dall’idea di un servizio sanitario pubblico universalistico, che dovrebbe essere l’orgoglio della nostra democrazia.”, conclude Piazzoni.

 

Qui il ink della campagna social:  https://www.arcigay.it/1-dicembre-2022/#.Y4iEiy1aZN0