Le posizioni politiche a favore dell’aborto del presidente americano Joe Biden e della speaker alla Camera Nancy Pelosi e di tutti i politici (perlopiù democratici) che si dichiarano cattolici e poi sono favoreli all’aborto hanno suscitato un vespaio di polemiche e critiche da parte del mondo cattolico americano. Ci sono state prese di posizione dei vescovi che hanno segnalato la palese contraddizione dei cosiddetti politici.
Chiediamoci, si può essere cattolici e favorire, e propagandare l’aborto, magari fino al nono mese (qualcuno mi dovrebbe spiegare che differenza c’è con l’infanticidio)? Certamente No. Anzi i politici e in particolare il partito democratico e le multinazionali dell’aborto, sono un reale attentato a molte libertà, il nodo è quello: si può essere, o dirsi, cattolici e accettare la pena di morte per i bambini nel grembo della madre?
Il dibattito si è acceso nella città di San Francisco dove vive Nancy Pelosi, qui l’arcivescovo della città californiana, Salvatore Cordileone, l’anno scorso, ha risposto per le rime alla pasionaria democratica.
Rispondendo a Pelosi, Cordileone, ha detto che l’America “è bagnata dal sangue degli innocenti [a causa dell’aborto], e questo deve finire”. Ha aggiunto che “nessun cattolico in buona coscienza può favorire l’aborto”.
Inoltre, l’arcivescovo ha detto che la Pelosi “parla in diretta contraddizione con un diritto umano fondamentale che l’insegnamento cattolico ha costantemente sostenuto per 2.000 anni”.
Il presule ha fatto riferimento alla lettera scritta ai vescovi degli Stati Uniti nel 2004 dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, che diceva: “Quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’eucaristia”.
Monsignor Cordileone ha cercato di conversare privatamente con Nancy Pelosi sulla questione, e di essersi rivolto a lei con lettere e pubblicamente senza ottenere un cambiamento nella sua contrapposizione alla Chiesa. Di fronte al rifiuto della deputata di agire da vera cattolica, ha precisato, ha dovuto prendere misure più drastiche. Tuttavia il Vescovo ha precisato che , “Il presidente della Camera, Nancy Pelosi, continua ad essere nostra sorella in Cristo. La sua difesa dei poveri e dei vulnerabili suscita in me ammirazione. Vi assicuro che la mia azione è puramente pastorale, non politica. Vi chiedo anche di sostenere attivamente, con tempo, talento e risorse, tutti gli sforzi dei difensori della vita nell’accompagnare le gestanti in crisi e offrire loro tutto il sostegno di cui hanno bisogno per compiere una scelta per la vita. È questo che significa essere realmente pro-vita. Questo è il cammino dell’amore”.
Peraltro a questo proposito, esiste una “lettera aperta ai politici cattolici e ai fedeli sulla degna ricezione della Comunione”, del 6.6.2022, a firma di quattro vescovi americani, Samuel J. Aquila, arcivescovo di Denver; Stephen J. Berg, vescovo di Pueblo; James R. Golka, vescovo di Colorado Springs: Jorge H. Rodriguez, vescovo ausiliare di Denver. La lettera è stata pubblicata qui in Italia, dalla rivista Cristianità (n. 415, maggio-giugno 2022)
La lettera fa riferimento ad una legge entrata in vigore nel Colorado, denominata “House Bill 22-1279”, nota anche come “Reproductive Health Equity” (RHEA), una legge peggiorativa dell’aborto, votata dalla maggioranza dei deputati democratici, dove si afferma: “[…] ai sensi delle leggi dello Stato, un ovulo fecondato, un embrione o un feto non hanno diritti originari o derivati”. La legge ha suscitato forti proteste, migliaia di persone hanno scritto ai propri legislatori. Il RHEA consente l’aborto dal concepimento alla nascita e per qualsiasi motivo, compresi razza, sesso o disabilità del bambino.
“Secondo alcuni dei legislatori che sostengono il RHEA, questa nuova legge è stata concepita per rendere il nostro Stato una meta e un ‘porto sicuro’ per chi desidera abortire”, scrivono i vescovi del Colorado. Infatti, i vescovi sono convinti che una volta ribaltata la sentenza Roe v. Wade, arrivino a frotte le madri incinte per abortire e questo per loro è un motivo di profonda tristezza e angoscia.
I vescovi vogliono discutere con i politici cattolici per informarli e formarli in merito all’insegnamento della Chiesa sulla ricezione della Santa Comunione e la giusta disposizione spirituale per riceverla. Dai tentativi, pochi hanno accettato l’invito. Intanto i vescovi colgono l’occasione per ringraziare pubblicamente quei politici cattolici che si sono impegnati votando a favore della protezione dei nascituri e contro la possibilità che lo Stato del Colorado li privi del diritto alla vita che Dio ha dato loro.
“Votare a favore della RHEA, – scrivono i vescovi – ha significato partecipare a un’azione gravemente peccaminosa, perché facilita l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati, e i politici cattolici che lo hanno fatto si sono molto probabilmente posti fuori dalla comunione della Chiesa”. I vescovi ribadiscono che ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo mentre si è in stato di peccato mortale rappresenta una contraddizione, una incoerenza. Anzi ricevere l’Eucarestia in stato di peccato mortale è sacrilegio. Inoltre i vescovi chiariscono che i fedeli cattolici che vedono personaggi pubblici ricevere Gesù in stato di peccato, la loro fedeltà potrebbe risultare indebolita. Un politico o un personaggio pubblico favorevole all’aborto per i fedeli è un vero e proprio scandalo. Pertanto i vescovi chiedono a questi politici che hanno votato a favore della RHEA, se non hanno fatto un atto pubblico di pentimento o non hanno ricevuto l’assoluzione sacramentale in confessione, di astenersi volontariamente dal ricevere la Santa Comunione.
Infine, i vescovi auspicano che la loro lettera stimoli una sincera riflessione e una conversione nei cuori di coloro che hanno contribuito a permettere che questo grave atto.
Essere cristiani non significa che bisogna adottare lo spirito del tempo, o che si debba relativizzare i comandamenti di Dio, o reinterpretare la dottrina della fede, come scrive il Cardinale Gerhard Ludwig Muller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede. Interessante la riflessione del presule tedesco, “Oggi, la frase magica del tentatore è ‘modernizzazione necessaria’: di conseguenza, chiunque si opponga a questa ideologia sarà combattuto come un nemico e sarà accusato di essere tradizionalista”. A questo proposito Muller fornisce un esempio di logica perversa: “la protezione della vita umana dal concepimento alla morte naturale viene screditata come una posizione politica ‘conservatrice’ e ‘di destra’; allo stesso tempo l’uccisione di bambini innocenti non nati viene dichiarata un ‘diritto umano’, e quindi considerata ‘progressista’”. Pertanto Muller ci mette in guardia di non farci condizionare dai Media che ricorrono agli slogan elettorali: “conservatore” o “moderno”.
DOMENICO BONVEGNA
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