Il caos migranti. Decidere

Rientrati sul territorio italiano i 12 migranti trasferiti in Albania nell’ambito del progetto governativo dei centri in quel Paese (1), fatto tesoro delle gaffe dell’amministrazione che ne aveva aggiunti altri 4 fatti arrivare e poi fatti ripartire perché non erano come da norme stesse per la tradotta, ci si domanda che succede.

Una cosa è certa. Le migrazioni sono emergenze e l’Italia non è in grado di gestirle.

A parte l’uso delle stesse per cercare consenso o per perderlo (entrambi duraturi come un soffio di vento).

Nonostante il numero in calo di migranti clandestini, rispetto al passato. Abbiamo a che fare con essere umani che lasciano guerre ed economie da incubo.

In Italia, grazie anche al calo demografico (fenomeno tutto nostrano rispetto al Pianeta che esplode), abbiamo un’economia che non riesce a riempire i vuoti di lavoro che ci sono e che potenzialmente potrebbero meglio incrementare le nostre eccellenze.

Rispetto agli esseri umani, è umiliante pensare, pur se sono illegali ma non criminali, a come vengono trattati. I centri cosiddetti di accoglienza urlano dolore in Italia e quelli costruiti in Albania non sembrano essere da meno.

Rispetto alle politiche contro il calo demografico… insistono, insistono (governi di destra e no, fanno poca differenza) per far fare più figli alle donne che alcuni fanatici chiedano appartengano alla nostra etnia (chissà qual è..), ma il tasso di natalità è inchiodato a 1,2 e non siamo catastrofisti se crediamo calerà ancora (Paesi come il Giappone dove la denatalità è pià longeva, dopo più di trent’anni di tentativi, non sono riusciti a nulla). Nel contempo – chiamiamola nota di colore – chi vuole fare/avere figli, siccome fuori dei canoni donna/uomo e sposati, viene mandato in galera.

Crediamo che tutto questo accada perché invece di affrontare il fenomeno da un punto di vista umano ed economico, si dia spazio ad ideologie che, presumibilmente appaganti nell’immediato, contribuiscono ad aggravare i fenomeni, sia quello migratorio che quello demografico/economico.

Se per esempio il fenomeno migratorio fosse affrontato, scevro da ideologie, da un punto di vista umano, crediamo che difficilmente si avrebbe un’accoglienza degli illegali come oggi.

Nel contempo il fenomeno demografico/economico, se affrontato con incentivi non a chi non è interessato (“donne italiane ‘doc’ fate figli”), ma a chi è interessato (“migranti, queste le regole per accessi legali rispetto a necessità e potenzialità”.. ovviamente non i ridicoli numericchi attuali dei decreti flussi), aiuterebbe.

Aiuterebbe alla soluzione del problema demografico e darebbe un contributo al problema migratorio, facendo calare gli arrivi irregolari che, di conseguenza, potrebbero essere trattati umanamente e politicamente meglio.

Il ruolo dell’Italia nel contesto internazionale non può continuare ad essere di galleggiamento e “toppe” a un mondo che viene percepito ostile ai nostri interessi. Occorrerebbe calarvisi, capire e gestire i fenomeni del Pianeta perché siano anche nostri. Non con l’arroganza ardita di avere soluzioni a partire dal nostro dato nazionale, ma con l’umiltà di dare il nostro contributo, anche perché le ricadute sul nostro territorio sarebbero positive rispetto ai nostri problemi.

E’ un cambio di parametro. Senza ideologie, per l’appunto. Ma la curiosità di esploratori, anche economici, alla ricerca di se stessi.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

 

 

 

1 – https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/10/18/i-giudici-bocciano-il-modello-albania-il-governo-ricorre-_03db8a34-7cf2-44a5-bee4-bae82aa0dffe.html