Il Coronavirus c’è o non c’è? Abbiamo fatto una piccola indagine per sapere cosa ne pensano i cittadini. La maggior parte ritiene che il virus circoli ancora e che è bene adottare le misure fin qua indicate: mascherina e distanza fisica (non distanziamento sociale).
La comunicazione, che in questi mesi è arrivata, non è stata proprio lineare tanto da lasciar spazio alla teoria estrema di un complotto internazionale, favorito da questo e quello Stato, da questa o quella industria farmaceutica, per interessi di parte.
La comunicazione istituzionale è stata il massimo della frammentazione: hanno dichiarato il presidente del Consiglio, il ministro della Salute, i presidenti di Regione, gli assessori regionali, i Sindaci, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile, il Commissario ad hoc, gli esponenti nazionali dei partiti, ecc. Ci aggiungiamo quella degli esperti, virologi e microbiologi.
Un diluvio di notizie che hanno sconcertato gli italiani le cui basi scientifiche lasciano ancora a desiderare (siamo il Paese dei terrapiattisti).
E’ mancata, nel diluvio di notizie, una premessa fondamentale: la medicina non è una scienza esatta. Si applica il metodo scientifico che porta alla conoscenza della realtà: si raccolgono i dati, si elaborano ipotesi e si fanno verifiche. Nel frattempo, è il caso del Coronavirus, si adottano misure precauzionali.
Oggi siamo nella fase delle ipotesi sulla persistenza della diffusione virale. Le opinioni degli scienziati rimangono tali e sarebbe opportuno premettere, a ogni dichiarazioni, che si sta esprimendo un punto di vista, ancora non vagliato dal metodo scientifico. Si eviterebbe così l’allarmismo da una parte e il “tranquillismo” dall’altra.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc