Governo gialloverde. Vendere illusioni. Così scrivevamo pochi giorni dopo il varo del governo lega stellato a giugno dello scorso anno. L’importante è che il popolo ci creda, aggiungevamo. Così è stato.
Vediamo.
Occorre un governo politico dicevano Salvini e Di Maio, ma hanno dimenticato i numeri: il 40% dei ministri del governo non arrivava dalla politica. E’ il governo più tecnico dal 1945. Lo stesso presidente Conte è un tecnico, non eletto dal popolo perché la nostra Costituzione non lo prescrive, ma Di Maio se ne era dimenticato.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Occorre una flat tax, ovvero, una tassa unica, al 15%, per rilanciare l’economia, proponeva Salvini. Con la tassa unica nessun paese ha prodotto un aumento del PIL, cioè della ricchezza nazionale.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Istituiremo il reddito di cittadinanza (legato, cioè, all’essere cittadino), dichiarava Di Maio, per aiutare i cittadini in povertà e rilanciare il lavoro. Purtroppo, non esiste nessun reddito di cittadinanza, ma un sussidio di disoccupazione e il lavoro non c’è.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Aboliremo la “Fornero” e il “Jobs Act”, dicevano Salvini e Di Maio, salvo che non c’è nessuna abolizione della “Fornero” e del “Jobs Act”, ma due provvedimenti bufala, cioè Quota100 e decreto Dignità.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Rimanderemo a casa gli immigrati, tuonava Salvini. Erano mezzo milione, prima delle elezioni, diventati improvvisamente 90 mila dopo la formazione del Governo. Aveva fatto male i conti. La stragrande maggioranza di questi immigrati è ancora nel nostro Paese, tra accattonaggio, sfruttamento e malavita.
Chiuderemo i porti affermava e afferma Salvini, ma i porti non sono stati né sono chiusi, semplicemente perché non possono esserlo.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Prima delle elezioni Lega e M5S addossavano all’euro la responsabilità del debito. La realtà è che il debito pubblico ce lo siamo creati da soli, prima della entrata in vigore dell’euro, e che la riduzione del debito non si ottiene con il fumo del taglio alle pensioni d’oro, ai vitalizi o dalla diminuzione del numero dei parlamentari, come abbiamo sentito ripetere da Di Maio.
L’importante è che il popolo ci abbia creduto.
Lega e M5S hanno svolto una politica di contrasto con l’Ue e i nostri maggiori partner economici. Il risultato è stato l’isolamento politico e relazionale.
Il premier Conte è apparso come l’elemento moderatore tra le Lega e M5S, in realtà, è stato quello che ha ne ha avvallato tutti i provvedimenti, come un notaio, secondo le istruzioni del Di Maio pensiero.
Non abbiamo la palla di vetro per guardare il futuro, ma tutto ciò che è accaduto era già scritto. Bastava leggere.
Ora si dirà che la colpa è dell’Ue, dei mercati, delle plutocrazie, dei massoni, di Soros, di Bildenberg, ecc.Un complotto, insomma.
L’importante è che il popolo ci creda.
Quando si passerà dalla fase infantile a quella adulta, dalla irrazionalità alla razionalità, dalla propaganda alla realtà, dal populismo al popolo, sarà sempre troppo tardi.
In Senato, durante il dibattito sulla crisi, abbiamo ascoltato comizi. A quando una idea del futuro?
Nel frattempo, tra 3 giorni si riunisce il G7, che è il vertice dei ministri dell’economia delle sette nazioni economicamente più avanzate, tra 5 giorni occorre indicare un nominativo per il ruolo di Commissario europeo e il prossimo mese è necessario predisporre il Def, il documento economico che prelude al bilancio 2020.
Tutti impegni già noti da tempo. Chi se ne occupa?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc