Il mito delle carceri buone. Tra papi, ministri e radicali

Anche oggi si è consumato il rito (ormai diventato mito) delle carceri buone, che dovrebbero rieducare i coscritti e indirizzarli ad una vita di civile convivenza. C’è il solito papa… non ce ne voglia, ma la sua eucaristica solitudine va di pari passo coi ministri in passerella: oggi a Rebibbia/Roma, con lui c’è quello della Giustizia e un ex-ministro oggi presidente Cnel, e poi quell’altro e quell’altro ancora.

Poi ci sono i soliti (bontà loro) radicali ex-pannelliani, che non contano nulla ma accumulano segnalazioni e denunce che, quando qualcuno di potere prende in considerazione (tipo i leader del partito di governo Forza Italia), anche lì è la solita passerella. Infine ci sono alcuni rappresentanti delle istituzioni di secondo livello (consiglieri regionali e comunali e qualche sindaco) che, in ordine sparso, dopo le denunce, bene che vada riescono a far arrivare in carcere qualche ventilatore per l’estate.

Ah, e poi, quando capita ci sono alcuni, anche esponenti dello stesso governo e dello stesso ministero di chi oggi è col papa a Rebibblia/Roma, che auspicano le peggiori torture per chi finisce dietro le sbarre.

E’ Natale – come succede anche a Pasqua, Ferragosto e altre feste comandate -, e dissacrando il presunto sacro, in diversi esprimono il proprio modo di essere buoni.

Fine di una storia scritta male? C’è una svolta?

Macché!

Domani sarà come ieri e come domani.

Per (dicono) rimediare ci sono quelli – molti al governo ed ex-governanti – che dicono di voler rendere le carceri più umane, a partire dal rispetto delle leggi di reinserimento… che non vengono applicate (tranne qualche rarità che, proprio per questo, diventa oggetto di trasmissioni della tv di Stato…a Natale abbondano). E ci sono quelli che vorrebbero edifici migliori. Ma non succede nulla e quelli fatiscenti che ci sono ospitano anche il doppio di detenuti della loro capienza.

Questo mentre, sempre il governo di quel ministro della Giustizia che oggi è a Rebibblia/Roma e il cui sottosegretario auspica maggiori torture per i reclusi,… sempre questo governo “investe” quasi un miliardo in Albania per qualcosa che assomiglia ad un carcere per non-italiani colpevoli di essere nati in qualche Paese disgraziato, ma dove non riesce a trasferirci i “suoi” detenuti.

Al netto del papa che fa la sua opera di sensibilizzazione, e delle tradizioni dei radicali ex-pannelliani… entrambi girando a vuoto, mentre i vari politici “raccattano” qualche voto di qualcuno che si illude delle loro capacità (riformatrici o torturatrici che siano),  e mentre – garantito – nel prossimo messaggio del presidente della Repubblica per il nuovo anno ci verrà detto il possibile, in concomitanza del messaggio del capo del governo che ci dirà che lei e i suoi sodali sono all’opera (come quelli anche dei governi precedenti)…. che gli racconto a mia figlia per stimolarla a credere nelle istituzioni e contribuire al loro miglioramento? E che cosa racconto a consumatori, utenti, contribuenti, risparmiatori perché contribuiscano e stimolino il nostro regime?

Sono in difficoltà.

Ma sono necessarie le carceri?

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc