Ricordiamo solo due settori in cui lo Stato si sta molto impegnando per il rilancio dell’economia, e anche con molti soldi: trasporto aereo e telecomunicazioni. Due settori molto strategici e su cui gravitano quasi tutte le altre economie.
Trasporto aereo. In crisi come in tutto il resto del mondo. Peculiarità, quindi, non generali ma specifiche, legate al trascorso e alla loro gestione. Al momento l’impegno dello Stato è tutto teso verso la rigenerazione di Alitalia, azienda sopravvissuta nell’ultimo mezzo secolo solo grazie ai soldi dello Stato. Quello Stato che sta prestando poca attenzione agli altri operatori che volano nei nostri cieli o usano i nostri hub (1), tant’è che, salvo casi marginali, sono tutte compagnie non-italiane (2). L’altra grande compagnie italiana che c’era – Alisarda, poi divenuta Meridiana e poi ancora Air Italy – proprio in questi giorni dopo un tentativo di rilancio, ha “definitivamente” (3) chiuso.
La vicenda Alitalia è nota e drammatica, soprattutto perché in queste settimane, dopo ulteriori e notevoli finanziamenti pubblici, non riesce ancora a “decollare”.
Comunque, se si sentono i vari ministri, e soprattutto quello dei Trasporti, è su Alitalia che governo e maggioranza puntano per il rilancio dell’economia in questo settore.
Telecomunicazioni. Sembra che sia stato raggiunto l’accordo per la creazione della società che dovrebbe gestire la Rete Unica. Saranno due società ad essere l’asse portante: Tim e Open Fiber.
Mentre Tim ha una partecipazione minoritaria dello Stato al proprio capitale, Open Fiber ha un partecipazione pubblica maggioritaria. Tim ha debiti finanziari di svariati miliardi mentre Open Fiber si “limita” a poco più di 100 milioni. Da ricordare che Tim è l’erede del monopolio (e alcune servizi continua a gestirli in regime di monopolio), mentre Open Fiber è la punta di diamante per eccellenza delle politiche di investimento dello Stato, poiché il suo capitale dominante è della Cassa Depositi e Prestiti (CdP), istituzione finanziaria del ministero dell’Economia.
Entrambe società che hanno operato ed operano col privilegio, oltre che del portafoglio, anche della considerazione. E che, nonostante questo, sono “in rosso”. Questo per significare che la loro gestione, pur in un mercato in cui la domanda è incessante e travolgente, hanno risultati economici negativi.
Bene. Tra trasporti e telecomunicazioni. Il rilancio della nostra economia è affidato a queste società: Alitalia, Tim e Open Fiber. Certo, ognuna di queste società (in particolare quelle di Tlc) hanno intrecci economici e finanziari che per comprenderli e stargli dietro occorrerebbe uno stuolo di consulenti di alto livello finanziario… ma nonostante questa loro mastodonticità e introduzione economica, hanno problemi economici notevoli che non nascono dall’iperuranio ma dalla gestione che fanno del loro business.
NOTE
1 – sono note, per esempio, diverse rimostranze presentate dal primo vettore dei cieli italiani, Ryanair, contro diversi alti costi dei servizi e le imposizioni retributive per il proprio personale.
2 – sta cominciando ad avere una certa presenza Air Dolomiti, che ha stabilito il suo quartier generale a Firenze ma, pur se spa italiana, è la “compagnia italiana” della tedesca Lufthansa.
3 – definitivamente tra virgolette, perché “mai dire mai” nello specifico settore, e non solo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc