Si è concluso ieri il Forum del Turismo, antipasto di altrettanto incontro dei Paesi del G7 che, sempre a Firenze, inizia il 13 novembre. Atto finale è stato il cosiddetto “Patto per il Turismo” che dovrebbe riconoscere e rafforzare l’importanza strategica del turismo per la crescita socio-economica sostenibile dell’Italia.
I dieci punti strategici del “Patto” (Centralità, Accessibilità, Formazione, Sostenibilità, Intelligenza Artificiale, Pianificazione e Sviluppo, Qualità, Governance, Accelerazione Processi, Unicità) crediamo siano stati presi dai cassetti di governo e opposizioni, condivisi con quelli delle Regioni: tutti d’accordo a dar lavoro agli operatori del settore, costi quel che costi e dove il punto strategico della Sostenibilità è stato messo chè altrimenti “non era carino” e così gli ambientalisti si incazzano meno, un po’ come l’Intelligenza Artificiale… se non la citi non sei moderno.
Mancano due punti strategici che, di per sé, sarebbero stati esaustivi per indirizzare le politiche: concorrenza e mercato. Che stabilirebbero equilibrio tra domanda e offerta e che, considerando tutti gli attori e non solo l’offerta, potrebbero evitare fenomeni come overtourism e degrado ambientale.
Ma la nostra ministra del Turismo non vuole sentir nominare la parola overtourism e intende insistere con politiche che riempiano i contenitori già strabordanti del nostro territorio. Incurante di coloro che ne vengono espulsi e con una formula (condivisa anche da quei Comuni che si dicono preoccupati): turismo di qualità (mai parola così importante è stata tanto svillaneggiata), cioè alberghi e trasporti di lusso, mentre per gli altri: continuate a spintonarvi gli uni con gli altri nelle file per cibo e visite, continuate a far crescere l’offerta degli affitti brevi privati che espellono dai centri storici i residenti, continuate ad esser pecore spennate e, se putacaso volete spender meno ed andate per esempio in Albania, sappiate che siete nemici della nazione.
L’assenza di mercato è concorrenza è il coronamento di una strategia già molto in atto nel settore e non solo. Si pensi ai taxi: pochi, spesso introvabili, costosi perché bisogna favorire le loro rendite di posizione. Si pensi ai balneari che sono favoriti per continuare ad occupare le spiagge demaniali: servizi costosi per i consumatori e poco redditizi per lo Stato (gli affitti sono ridicoli). Strategie che hanno ovviamente tornaconto elettorale.
Sarà questo anche il tornaconto del “Patto per il turismo”. Mentre avremo imprenditori contenti anche se solo per breve tempo, chè la malagestione non può non rivolgersi contro a breve, e consumatori a mo’ di sudditi da succhiare e tutt’altro che ingentilire con l’offerta sofferta di una cultura e di un divertimento a misura umana.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc