Ius soli, Ius culturae, Ius scholae. Chi più ne ha più ne metta. In principio è stato il progetto di legge d’iniziativa popolare “Ius soli” che, sul modello Usa, prevede il riconoscimento della cittadinanza a figli di genitori non italiani come conseguenza di essere nati sul territorio dello Stivale. Poi ci sono state la varianti (culturae, scholae) per la cittadinanza a quei ragazzi che, sempre figli di non cittadini italiani, hanno compiuto un ciclo di studi.
Varianti con confronto sostanzialmente mediatico e poco parlamentare, alimentato di recente anche dalle origini non italiane di campioni sportivi.
Varianti che sembrano mandare molto in là una legge sul diritto individuale alla cittadinanza!
Sarebbe meglio lo “ius soli”
Noi siamo sostenitori dello “ius soli” per un semplice motivo, presa d’atto di una realtà: non solo gli Usa sono Paese di migranti per eccellenza (e mica tanto ultimamente, a parte lo “ius soli”), ma tutto il mondo, Italia inclusa, sono destinazione dei movimenti migratori per cause ambientali, belliche, culturali ed economiche. Se gli Usa sopravvivono e prolificano con quella normativa, non si capisce perché non potrebbe essere altrettanto per Paesi come il nostro, al centro di flussi migratori (pur se molto più percepiti che reali -1). E per questo c’è tanto di proposta di legge popolare depositata.
Perdita di tempo prezioso
Ci sembra però che il marasma dei “distinguo” e “differentio”, stia solo facendo perdere tempo prezioso continuando a rendere incubo la vita di molti giovani di fatto già italiani.
Affermiamo il diritto individuale alla cittadinanza Al punto in cui siamo, quindi, è bene operare per l’affermazione di un principio: la cittadinanza italiana, per chi non ha genitori italiani, non può continuare ad essere una concessione ma è bene che divenga un diritto individuale. Affermiamolo con una legge.
Poi ognuno lotterà per una sua estensione o meno.
L’esempio dell’aborto
In Italia è già stato così per l’aborto quando era considerato reato contro la stirpe: si trovò comunità d’intenti per abrogare quell’obbrobrio, fu fatto, gli aborti uscirono dall’illegalità e, purtroppo, ancora oggi si lotta per la realizzazione del pieno diritto della donna a disporre del proprio corpo… ma non lo si fa scansando i cadaveri del divieto assoluto.
Quindi, Legislatore, fai qualcosa e smettila di parlarti addosso, altrimenti rafforzi la nostra convinzione che ti stai differenziando solo per non affermare il diritto alla cittadinanza.
1 – https://immigrazione.aduc.it/comunicato/migrazioni+politiche+che+non+tornano+coi+numeri_33017.php
Vincenzo Donvito, Aduc