“Non vi dicono tutta la verità”, “I poteri forti fanno ciò che vogliono”, “Vi stanno fregando”, “C’è una invasione di clandestini”, “E’ in atto un processo di sostituzione etnica e religiosa”, “E’ un complotto”, ecc.
Leggiamo la dichiarazione di un magistrato: “Le mafie potrebbero approfittare della recente legge sulla presunzione di innocenza che limita la comunicazione istituzionale sulle indagini giudiziarie, mettendo di fatto un bavaglio ai magistrati”. Insomma, la legge sulla presunzione di innocenza, principio insito nella nostra Costituzione, viene collegata alle conferenze stampa delle procure, dove si dà corso a notizie di presunti reati che occuperanno le prime pagine dei media. Si dimentica che le conferenze stampa non sono sentenze.
Si sollecita la paura a scapito della razionalità, e questo crea un meccanismo di dipendenza: si crede sempre più a motivazioni irrazionali dei fatti, spesso narrati parzialmente. Sicché, il successo di lettori o ascoltatori è assicurato e con esso gli introiti pubblicitari.
Da ricordare: i media vendono, sta al cittadino non acquistare.
Primo Mastrantoni, Aduc