Prima erano di moda i “no vax”, ora sono di moda i “pro vax”. Basta che siano pentiti e lo spettacolo è assicurato. D’altronde, è con gli ascolti che si guadagna: più crescono, più c’è pubblicità e più ci sono introiti.
Chiaro, no?
Sicchè, nei mesi scorsi abbiamo sentito persone convinte, da pseudo trasmissioni informative televisive, che la vaccinazione è pericolosa, che possono accaderti cose terribili, che il dna può essere modificato – magari tra dieci anni – che la cultura popolare nega le vaccinazioni, perché contrarie alla tradizione, che ci sono vaccini al microchip o al grafene; e come dimenticare le onde del 5G che diffondevano il virus – tesi sostenuta da un consulente dell’allora premier Conte e le cure con antimalarici (idrossiclorochina), propugnate dai presidenti Trump e Bolsonaro e dal “nostro” Salvini?
Ora vanno di moda i “no vax”, pentiti: una confessione pubblica fa sempre effetto e aumenta gli ascolti. Insomma, una sorta di autodafé, senza il rogo, ovviamente, ma con la soddisfazione del pentito, il compiacimento del conduttore e l’appagamento dell’editore televisivo.
Primo Mastrantoni, Aduc