EveryOne Group ha inviato una lettera di appello al Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Iran, all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), al Commissario dell’Unione europea per i diritti umani e alla Commissione europea, chiedendo un intervento immediato per vigilare sulla situazione della giovane studentessa iraniana Ahou Daryaei arrestata sabato scorso e per garantire il suo rilascio. La giovane, una studentessa presso l’Università Azad di Teheran, è stata fermata dopo aver manifestato pacificamente contro l’obbligo del velo, rimanendo in biancheria intima nel cortile dell’università.
Il video dell’arresto è rapidamente diventato virale, sollevando forte preoccupazione tra l’opinione pubblica e gli attivisti per i diritti umani, che temono per la sua incolumità, ricordando l’arresto e la tragica morte di Mahsa Amini due anni fa. Amnesty International ha espresso inquietudine rispetto a possibili percosse e violenze durante l’arresto della studentessa e ha sollecitato indagini indipendenti.
Secondo fonti studentesche e notizie riportate dai media internazionali, la giovane era stata ammonita per l’uso “improprio” dell’hijab e avrebbe risposto al richiamo con un atto di protesta, togliendosi i vestiti di fronte ai compagni. Successivamente, è stata portata via con la forza e, secondo indiscrezioni, trasferita in un ospedale psichiatrico su disposizione delle forze di sicurezza iraniane. Le autorità hanno inoltre diffuso un video in cui un uomo, che si presenta come suo marito, afferma che la giovane soffre di problemi mentali, una strategia che secondo molti è un tentativo di delegittimare la protesta.