Tra i vari barometri per allertarci sulla situazione del nostro Paese, oggi ce ne sono due significativi.
Il primo è un’indagine Eurostat da cui si evince che l’Italia (dati 2022) è l’unico, tra i grandi Paesi europei (Francia Germania e Spagna) in cui il 63% delle famiglie ha difficoltà a far tornare i conti (la media europea è del 45,5%) (1).
Il secondo è uno studio della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) sulla burocrazia nella pubblica amministrazione (PA), che provocherebbe un danno di 184 miliardi l’anno, più del doppio dell’evasione fiscale (84,4 miliardi, dati Mef) (2).
Situazione disperata che non promette e che, nonostante il governo ci dice che stanno prendendo provvedimenti più o meno miracolistici, non sembra che al momento abbia vie d’uscita. Non tanto perché i provvedimenti economici che dovrebbero essere approvati sono insufficienti, ma perchè gli stessi sembra che vadano nella direzione sbagliata (3). Tutta la manovra in corso ha un problema: si basa sull’aumento del debito pubblico e le spese parziali di rientro (molto parziale) non sembrano essere credibili. Ne citiamo alcune:
– la vendita di Ita-Airways a Lufthansa, tutta in alto mare e con la pesante eredità sfascista di Alitalia;
– aumento della natalità per avere maggiori contribuenti in futuro che colmino i buchi che vengono fatti ora e nei prossimi anni. Aumento che dovrebbe interessare le famiglie perché si danno un po’ di soldi per fare figli che, complessivamente, costeranno loro almeno cinquanta volte in più (4);
– le minori spese per la gestione del governo e l’aumento delle accise sui tabacchi.
Quand’anche qualcuno abbia elementi per prendere sul serio questi introiti, non sembrano proprio all’altezza della situazione, visto che porterebbero a confermare (con tendenza al peggioramento) l’attuale situazione. Ma i barometri che abbiamo citato ci dicono che il galleggiamento in corso non può che portare all’annegamento, e quindi si tratta di andare oltre il galleggiamento.
Il problema centrale è ovviamente politico. Occorrerebbe andare oltre le attuali rendite di posizione, nel pubblico quanto nel privato: le liberalizzazioni mancate o finte sono il principale ostacolo. Occorrerebbe non governare per mantenere e procrastinare il proprio potere, ma nell’esclusivo interesse pubblico… metodo a cui non giova la marcata, discriminante e arrogante caratterizzazione ideologica del governo in carica. Ci stavamo provando coi governi precedenti a guida di Mario Draghi, ma si è preferito farsi illudere da tribuni piazzaioli. E non è questione di destra, sinistra o centro, ma di capacità e dedizione al bene pubblico che non a quello della propria ideologia.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
1 – https://www.aduc.it/notizia/difficolta+famiglie+far+tornare+conti_139833.php
2 – https://www.aduc.it/notizia/mala+brurocrazia+costa+doppio+dell+evasione+fiscale_139834.php
3 – https://www.aduc.it/editoriale/manovra+fiscale+ponte+verso+ulteriori+problemi_36722.php
4 – https://www.aduc.it/articolo/manovra+finanziaria+ideologia+malessere_36729.php