di Roberto Malini
Durante il recente dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump, gli osservatori non hanno potuto fare a meno di notare qualcosa di insolito. La vicepresidente in carica, spesso percepita come una figura politica cauta e moderata, sembrava sorprendentemente preparata per ogni possibile risposta e attacco dell’ex presidente. La sua compostezza e prontezza nell’affrontare non solo le domande dei moderatori, ma anche le bordate di Trump, ha fatto sorgere una domanda intrigante: il team di Harris potrebbe aver usato l’intelligenza artificiale per prepararsi al confronto?
Nel corso dei 90 minuti del faccia a faccia, Harris ha navigato le acque tempestose del dibattito con una precisione che suggerisce non solo una preparazione intensiva, ma un modello di risposta quasi predittivo. Non c’è stato un tema in cui la vicepresidente non sia riuscita a mettere Trump alle corde, ribaltando su di lui le sue stesse accuse. Dall’aborto alla politica estera, Harris sembrava conoscere ogni possibile angolo da cui Trump potesse attaccare e ogni cavillo a cui l’ex presidente avrebbe potuto aggrapparsi. È qui che entra in gioco l’ombra dell’AI.
Un team potenziato dall’AI?
L’uso di strumenti di AI è sempre più comune nella politica a stelle e strisce e non è più un segreto che molte campagne li utilizzino per vari scopi strategici. Ciò che sorprende, tuttavia, è la possibilità che questi strumenti siano stati impiegati per analizzare i modelli comportamentali di Trump, prevedere le sue risposte e preparare la vicepresidente per ogni possibile scenario. Se il genio di Trump risiede nella sua imprevedibilità e nella capacità di cambiare tono improvvisamente, Harris ha dimostrato un’abilità quasi chirurgica nel prevederlo, suggerendo un uso sofisticato della tecnologia.
Alcuni analisti politici ritengono che l’AI possa agire come un manuale di gioco virtuale, consentendo a chi affronta una campagna di prepararsi per una gamma di argomenti e per lo stile con cui verranno presentati. In un certo senso, è come una partita di scacchi in cui capire le mosse potenziali può offrire un vantaggio significativo. Harris sembrava avere la mappa di tutte le mosse di Trump. Quando lui ha cercato di accusarla di aver “copiato” le sue politiche, promettendo sarcasticamente di regalarle un cappello MAGA, Harris ha sorriso e ha rapidamente spostato la conversazione sulla mancanza di proposte concrete per il futuro da parte del tycoon.
I segnali di una sconfitta o, quantomeno, di un passo falso
Per Trump, il dibattito non è andato come previsto. La sua fretta di entrare nella spin room per modellare la percezione della sua performance, piuttosto che attendere che fossero i sondaggi e le analisi dei media a parlare da soli, è un segnale di una certa ansia. Molti commentatori politici hanno notato che gli errori di Trump durante il dibattito sono stati amplificati da una strategia di contropiede che Harris sembrava eseguire alla perfezione. I primi dati dei sondaggi suggeriscono uno spostamento a favore di Harris, con alcuni analisti che osservano una marcata differenza nella reazione del pubblico rispetto ai dibattiti precedenti di Trump.
Alcuni repubblicani hanno tentato di deviare l’attenzione dalla performance di Trump, criticando i moderatori di ABC per il loro presunto favoritismo verso Harris. Eppure, anche in questa narrativa sono sembrati vacillare: non sono riusciti a spiegare efficacemente perché Trump abbia insistito nel ripetere affermazioni infondate, incluso il bizzarro commento secondo cui “gli immigrati si cibano di gatti e altri animali domestici.” Un errore strategico da parte di Trump, che Harris ha sfruttato senza pietà. Ancora una volta, la prontezza di Harris ha suggerito una preparazione che andava oltre il convenzionale.
La potenza silenziosa dell’AI: una svolta nella politica
Se davvero il team di Kamala Harris ha integrato l’intelligenza artificiale nella preparazione al dibattito, questo potrebbe rappresentare una svolta nel modo in cui i dibattiti politici vengono gestiti in futuro. In passato, i candidati si affidavano a ore e ore di “preparazione al dibattito” con i loro team, ricercando ogni punto debole dell’avversario. Oggi, con l’AI capace di analizzare migliaia di ore di video, trascrizioni e pattern comportamentali, il vantaggio potrebbe diventare decisivo.
Gli esperti suggeriscono che il livello attuale della tecnologia AI potrebbe aver consentito al team di Harris di prevedere le risposte di Trump con notevole precisione, in particolare su argomenti in cui ha una storia ben documentata di dichiarazioni pubbliche. In teoria, Harris potrebbe essersi preparata per questo dibattito utilizzando modelli avanzati di AI che simulano lo stile di un avversario, le risposte e persino le pause retoriche.
Una vittoria di contenuti e strategia
Con o senza AI, è chiaro che la serata è stata una vittoria per Kamala Harris. La strategia del suo team di rammentare al pubblico i passi falsi di Trump e le sue contraddizioni, senza scendere sul terreno della rissa politica, si è dimostrata efficace. Non ha avuto bisogno di fare leva sulle questioni razziali o sul sessismo di Trump per vincere il confronto; ha semplicemente usato i fatti. E il tempismo dell’endorsement di Taylor Swift—lungamente desiderato dai Democratici—ha aggiunto il tocco finale perfetto a una serata ben orchestrata.
Ciò che è certo è che il modo in cui facciamo politica sta cambiando, e l’intelligenza artificiale potrebbe presto diventare uno strumento indispensabile per qualsiasi candidato che aspiri a governare nell’era digitale.