E’ sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che non si piegano agli ordini di scuderia di Conte e soci, che non si è fatto nulla per scongiurare un secondo lockdown, si perchè quello dell’ultimo Dpcm è un lockdown camuffato. Che il governo Conte fosse allo sbando e del tutto inadeguato, che abusa dei Dpcm, da troppo tempo viene segnalato da autorevoli editoriali dei media non allineati.
Sono imbarazzanti e troppi gli errori commessi a raffica dall’esecutivo giallo-rosso, «chissà perché si ostinano a definire rosso-giallo quando è semmai rosso antico, cambogiano o socialfascista». (Federico Punzi, Una Caporetto sanitaria, economica, giuridica. Ma ora guai a farsi tentare da “governissimi”, 26.1020, in Atlanticoquotidiano.it)
Uno degli errori più evidenti è lo scaricabarile sugli italiani, prima imputando loro l’aumento dei contagi, poi con i ripetuti Dpcm, disponendo obblighi e divieti.
Dopo qualche settimana di risalita dei contagi, il sistema sanitario e di protezione civile, si trovano impreparati, nonostante il governo abbia avuto 5-6 mesi di tempo per rafforzarlo e riorganizzarlo.
C’è un elenco di iniziative che bisognava fare e non è stato fatto: aumentare a sufficienza le terapie intensive, creare strutture temporanee idonee per i malati di Covid; non è stato potenziato il personale negli ospedali e nell’Asl; non è stato potenziato il trasporto pubblico locale né sono stati implementati test rapidi per le scuole; non esistono protocolli per seguire nelle loro case i pazienti meno gravi, che invece vanno a intasare gli ospedali con ricoveri al 20-30 per cento non necessari.
Sostanzialmente registriamo un vero e proprio disastro, mentre l’inquilino del Quirinale, non sente e non vede.
Le misure prese del governo sembrano trascurabili, inadeguate per combattere veramente il virus, anche perchè non sono supportate dai dati dei contagi nelle attività che si vanno a chiudere e limitare. In pratica si tratta «di misure prive di logica, ragionevolezza e proporzionalità, principi cardine che dovrebbero guidare le decisioni quando sono in gioco limitazioni così profonde delle libertà fondamentali. Esiste una stima dei contagi avvenuti nei locali di quelle attività, nelle ore in cui saranno obbligate a chiudere?»
E’ peraltro, è stato evidenziato più volte, l’emergenza Covid sembra «autorizzare in astratto qualsiasi limitazione di diritti che, al pari della salute, sono tutelati dalla Costituzione. E per di più, con atto amministrativo, non avente forza di legge».
Basteranno le “misure di ristoro” promesse dal governo? Dalle prime consistenti manifestazioni perlopiù di impresari, commercianti, lavoratori, gente comune che si sono ritrovati in un attimo senza lavoro, così non sembra.
La rabbia sta montando in tutto il Paese, questa volta non bastano le promesse.
«Il Paese è una pentola a pressione pronta ad esplodere. Avrebbero dovuto immaginare – Daniele Capezzone, dalle trasmissioni tv in cui è ospite, lo ripete da mesi, fino alla noia – che in autunno i nodi di misure di “ristoro” gravemente insufficienti sarebbero venuti al pettine, e la crisi economica e sociale si sarebbe manifestata in tutta la sua drammaticità».
Gli uomini del governo, i media compiacenti si stanno affrettando a criminalizzare le varie manifestazioni che si stanno facendo un po’ ovunque, in particolare quella di venerdì scorso a Napoli. Quello di screditare le proteste politicamente scorrette è una strategia ben oleata della sinistra italiana. Lo abbiamo visto nel secolo scorso, negli anni di piombo. In tutto questo, c’è una tecnica «dello Stato che colpisce, che protegge se stesso. Oggi la tecnica è elementare, sta in questo: dire che ogni protesta è infiltrata dalla delinquenza organizzata e dai fascisti – mai da altre forme. La sinistra sovversivista che sostiene le rivolte del Black Lives Matter in America, qui tiene i dimostranti in sospetto di criminali, di carogna e vuole sparare sulla feccia, come dice quell’esponente piddino. Annuncia la titolare del Viminale, la Lamorgese degli sbarchi incontrollati: sono pronta a militarizzare tutto il Paese». (Max Del Papa, Così il Palazzo e i media complici cercano di screditare la protesta: i ceti invisi alla sinistra diventano fascisti e camorristi, 26.10.20, in Atlanticoquotidiano.it)
E senza voler accendere la fantasia di essere per forza complottisti, come sostiene il blog Fanpage, cosa bisogna pensare della prossima convocazione di un certo Consiglio supremo di difesa, presieduto da Mattarella in persona.
Tirare in ballo le infiltrazioni camorriste o fasciste, che certamente ci saranno state, non giustifica la criminalizzazione del governo sino-madurista di Conte e soci.
Lo conosciamo bene la strategia della tensione, «Serve a paralizzare la protesta ma, prima e meglio ancora, a ritorcerla, a strumentalizzarla. Roba da professionisti […]a Napoli, a Roma scendeva in piazza la gente comune, i bottegai e i precari a vita, miti anche da spaventati, da esasperati, ma conviene dire che erano tutte escandescenze fasciste e camorriste. La verità essendo che in ogni adunata c’è una quota fisiologica di mattocchi o di provocatori e anche a Napoli, a Roma, a quelli di Forza Nuova si saldavano gli altri balordi dei centri sociali e la manovalanza delle famiglie di malaffare. A Napoli, poi! Dove i centri sociali sono tenuti in palmo di mano dal sindaco De Magistris che ha fatto assessora una di loro e di fronte allo spettacolo dei Masanielli magari si leccava i baffi». (Ibidem)
E se il ceto medio protesta, viene zittito da Pierluigi Bersani, che proviene dal PCI, «ha fatto capire senza timor di vergogna che non meritano alcun sostegno perché tanto sono più o meno tutti evasori».
C’è in atto un processo di cinesizzazione, come sostiene Del Papa, oppure qualcosa che assomigli al “Tutto nello stato, nulla al di fuori dello stato, niente contro lo stato”, di mussolineana memoria.
In conclusione un pensiero alle forze politiche di opposizione, sembra che in questa situazione di emergenza sanitaria ed economica, e di estrema debolezza del governo Conte, si torni a parlare di governo di unità nazionale, anche se ci sembra che non stiano arrivando segnali in questo senso dagli ambienti della maggioranza o dal Quirinale. Probabilmente si tratta di un wishful thinking di alcuni commentatori e di settori dell’opposizione ansiosi di tornare in gioco.
«Ma dopo essere state emarginate per mesi, le opposizioni dovrebbero davvero mettere la faccia nella gestione di un simile disastro? E per fare cosa esattamente?» Un nuovo lockdown generalizzato? Siamo ormai fuori tempo massimo.
Forse un governo di unità nazionale si poteva fare nella primavera scorsa, all’inizio di questa emergenza, fissando una data certa entro cui tornare al voto. Credo che ormai non ci sono più i margini per fare un governo di unità nazionale. Tuttavia, secondo Punzi, se oggi, «dovesse giungere un simile invito, sarebbe unicamente perché Pd e 5 Stelle non vogliono essere i soli a intestarsi il secondo lockdown. Hanno fatto un disastro e le opposizioni dovrebbero arrivare in soccorso per spartirsi le colpe?» Basta non ci stiamo, ora che i partiti di maggioranza in Parlamento (minoranza nel Paese) hanno ridotto «alla fame metà della popolazione, i partiti di maggioranza e più alti sponsor di questo governo si assumano per intero la responsabilità della totale impreparazione alla seconda ondata, dei decessi e dei fallimenti, e si voti in primavera. Un governo di unità nazionale, oggi, servirebbe solo ad annacquare le responsabilità, non certo per trovare ricette miracolose».
DOMENICO BONVEGNA
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