La legge si interpreta per gli amici e si applica ai nemici. E’ una frase che molti conoscono e che lascia senza difesa i cittadini, il quali credono che la legge sia uguale per tutti. E’ il caso delle decisioni del capo politico del M5S, Luigi Di Maio, in merito alla questione “Salvini”, relativo alle navi Diciotti e Gregoretti.
Vediamo.
Le navi Diciotti e Gregoretti, sono entrambe militari, entrambe hanno tratto in salvo persone in mare, entrambe sono state trattenute dall’approdare in porto da una ordinanza dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Per la vicenda Diciotti la magistratura avviò una inchiesta e formulò l’accusa di sequestro di persona, e chiese al Senato di procedere contro Salvini.
L’allora maggioranza M5S e Lega negarono il consenso.
Per la vicenda Gregoretti, la magistratura avviò una inchiesta e ha formulato l’accusa di sequestro di persona, e ha chiesto al Senato di procedere contro Salvini.
Il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, ha dichiarato che ci sarà il consenso a procedere.
Come mai decisioni opposte? Di Maio afferma che per il caso Diciotti ci fu una decisione, di “corresponsabilità politica”, un “atto di Governo” che coinvolse il premier Conte, Di Maio e il ministro Toninelli.
Già, ma la responsabilità penale, per il sequestro di persona, nulla ha che vedere con la “corresponsabilità” politica”, o con “l’atto di Governo”, che potremmo definirle come una manifestazione di interesse. Chi ha firmato l’ordinanza di fermo delle navi è stato Salvini, non il Governo.
I reati penali sono personali, come stabilito in tutte le legislazioni mondiali; lo ricorda la nostra Costituzione che, all’articolo 27, recita: “La responsabilità penale è personale”.
Chi ha firmato l’ordinanza di fermo delle navi Diciotti e Gregoretti? Matteo Salvini. Quindi, ne risponde lui, e solo lui, penalmente.
La giustificazione, che fornisce Di Maio per due comportamenti opposti, va bene per i citrulli, insomma, chi ci vuol credere ci creda.
Un conto è cambiare opinione sulla Tav, altro è quello di modificare i propri comportamenti in merito a responsabilità penali: è lo Stato di Diritto che viene meno.
E’ il disprezzo per cittadino.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc