Matrimonio forzato, violenza sessuale e rifiuto sociale: Lucina era rinchiusa come prigioniera in una casa sconosciuta, ripetutamente vittima di violenza all’interno di un falso matrimonio (IN ALLEGATO LA STORIA).
3.231 violenze sessuali, matrimoni forzati di cristiane sono solo la punta di un iceberg, poiché la stragrande maggioranza non vengono alla luce per ragioni culturali.
Il nuovo report sulla persecuzione anticristiana di Porte Aperte racconta anche questo.
Gli effetti del matrimonio forzato sono devastanti, specialmente nelle culture in cui la purezza sessuale è legata all’onore della famiglia e la storia di Lucina ne è un esempio concreto.
Lucina è una giovane ragazza di 19 anni che vive in Asia meridionale. Il suo sogno era poter un giorno diventare medico ma, nel 2020, tutto è cambiato. Sì, le cose sono precipitate quando un gruppo di estremisti islamici ha iniziato a minacciare suo padre, Boutros, a motivo della sua fede cristiana. Inizialmente le intimidazioni erano rivolte direttamente a Boutros, poi, viste le resistenze dell’uomo, hanno iniziato a colpire anche la figlia.
Una mattina verso le 9, mentre Lucina rincasava dopo aver preso delle ripetizioni scolastiche, una studentessa di nome Ghadaara si è accostata a bordo di un taxi e ha iniziato a parlare con lei. Erano amiche, per questo le ha offerto un passaggio fino a casa. Quando Lucina è salita sul taxi, si è resa conto della presenza di altre persone sconosciute, tutti uomini. Ghadaara ha subito offerto un po’ di tè e dolci, gesto tipico di quelle zone quando si accoglie un ospite. Ma dopo aver mangiato, Lucina è caduta in un sonno profondo e al suo risveglio si è trovata chiusa a chiave in una camera da letto. Quando Lucina ha chiesto aiuto, Ghadaara ha risposto: “Non tornerai mai a casa! Ora sei sposata con mio fratello!” Lucina era rinchiusa come prigioniera in una casa sconosciuta, ripetutamente vittima di violenza all’interno di un falso matrimonio. La violenza sessuale, la tratta di esseri umani e il matrimonio forzato sono regolarmente utilizzati come arma contro le donne e le ragazze per perseguitare la comunità cristiana. I mesi sono trascorsi tra richieste di aiuto e dolore, poi Ghadaara e suo fratello sono usciti di casa, allontanandosi per un breve periodo e lasciando Lucina per la prima volta da sola. Questo ha dato a Lucina l’opportunità che stava aspettando: fuggire!
Uscita con cautela dalla stanza, ha trovato un telefono cellulare. Così ha contattato la sorella e comunicato l’indirizzo in cui si trovava. Boutros, suo padre, si è immediatamente precipitato alla stazione di polizia che è intervenuta subito trovando Lucina in condizioni terribili: malnutrita, maltrattata e abusata. Quando ha scoperto di essere incinta poi, era devastata.
Gli abusatori di Lucina miravano a danneggiare la reputazione della sua famiglia. Tuttavia, Boutros ha scelto di accettare la figlia “nella vergogna”, anche quando ha saputo della sua gravidanza.
“Il mio futuro è finito, la mia speranza è distrutta. Non posso mostrare il mio volto ai miei amici, ai parenti, a nessuno”, ha detto Lucina.
La cultura locale prevede che un padre rifiuti una figlia abusata, ma Boutros ha accolto Lucina e il neonato nella sua casa, ha indirizzato la “vergogna” verso i colpevoli di tali atroci atti, cercando di ottenere giustizia nei tribunali.
Oggi questa giovane cristiana chiede preghiera, per la sua protezione e per il suo futuro. Sogna ancora di poter diventare medico ma ora tutto è incerto.
La storia di Lucina rappresenta quella di migliaia di donne cristiane che ogni anno, come forma di persecuzione, sono costrette a unirsi in matrimonio con uomini sconosciuti.