LA STRAGE CONTINUA: COSI’ NON SIAMO PIU’ UN PAESE DEMOCRATICO

I cinque operai morti  a Casteldaccia, nel Palermitano,  erano impegnati nella rete fognaria in prossimità delle Cantine Duca di Salaparuta: le ipotesi sono che  potrebbero essere crollate le condotte fognarie che erano anche sature di gas rivelatosi tossico.

Un mix micidiale ma in un ambiente di rischio molto conosciuto, i c.d. “spazi confinati”, tipici dei lavori di manutenzione sia nei siti industriali dei petrolchimici così come negli impianti di smaltimento e depurazione (ricordiamo la strage di Mineo del 2008: 6 morti).

Quale  rischi aveva prospettato la ditta committente e come si apprestava la ditta esecutrice esecutrice (coinvolta con un titolare deceduto) e con quali attrezzature intendevano eseguire la commessa di lavoro? Avevano a disposizione strumenti di rilevazione dei gas?

La Magistratura forse ci dirà una risposta, di sicuro non possiamo ancora aspettare inutilmente una svolta normativa indispensabile che metta al centro la PREVENZIONE e l’applicazione e attuazione del TESTO UNICO Sicurezza sul lavoro, bellamente sabotato da tutti i governi, da ultimo quello Meloni che propaganda una falsa ed inutile repressione (la patente a punti entra in vigore il primo ottobre 2024, ma si applica alle aziende colpite da provvedimenti definitivi, i decreti attuativi arriveranno dopo).

Lavori poveri e malpagati generano insicurezza e morte:  da Brandizzo a Casteldaccia, bisogna morire per consentire ai lavoratori di uscire in prima pagina. Occorre, perciò, costruire un forte movimento di lotta e di massa che affermi che solo il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro e la sicurezza dei lavoratori possono garantire la democrazia in questo Paese.

 

Mario Pugliese, Responsabile regionale Lavoro

Nicola Candido, Segretario regionale Sicilia

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea