Una vera e propria tegola la decisione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che ha stabilito che gli Stati Uniti potranno imporre dazi sulle merci importate dalla Ue, per un importo fino a 6,8 miliardi di euro. La decisione è stata assunta per gli aiuti europei illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.
Saranno colpiti il settore tecnologico e altri, compreso quello agroalimentare, che impatta notevolmente le esportazioni dell’Italia.
Da ricordare che l’Unione europea è il primo partner per le esportazioni negli Stati Uniti e viceversa, che rappresentano il 30% degli scambi mondiali e sostengono 8 milioni di posti di lavoro. Il settore agroalimentare italiano vale 140 miliardi di euro dei quali un quarto va in esportazioni.
Per iniziare a definire le contromisure, si è svolta una riunione informale dei ministri del Commercio dei Paesi dell’Unione europea.
Chi era assente? L’Italia.
Chi è il ministro italiano competente per “la definizione delle strategie della politica commerciale e promozionale con l’estero e di sviluppo della internazionalizzazione del sistema Paese”?
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri che, nell’incontro con il segretario di Stato americano, cioè il più alto grado del governo, Mike Pompeo, lo ha confuso con il ministro del Commercio, Wilbur Ross. In Cina aveva chiamato Ping il presidente Xi Jinping (Xi è il cognome e Jinping il nome).
Di Maio si dice preoccupato dei dazi americani, ma non era lo stesso Di Maio che lo scorso anno invocava dazi protezionistici?
Da rammentare che, in precedenza, la politica commerciale con l’estero era di competenza del ministero dello Sviluppo Economico.
Chi era il ministro responsabile? Luigi Di Maio.
Nel trasferimento dal ministero dello Sviluppo Economico al ministero degli Esteri, il Di Maio si è portato appresso il settore commercio estero. Sarà per l’esportazione delle arance in Cina.
Insomma, alla riunione europea di propria competenza, il ministro Di Maio era assente. Una tegola per Di Maio e, soprattutto, per gli italiani.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc