L’avesse detto. Chi ha ancora paura dei diritti dei cittadini?

L’inverno è stato duro (e non è ancora finito): abbiamo la Messina che ci meritiamo. E’ una frase qualunquista, lo so. Mi adeguo al momento tragico/comico. Si racconta che un ex amministratore, a quanti venivano a sollecitargli la soluzione di un problema urgente – Messina di problemi urgenti è piena – usasse rispondere aprendo un cassetto della sua scrivania colmo di carte e commentando… ecco, questi erano tutti problemi drammatici, urgenti, da risolvere entro ventiquattr’ore.

Erano urgenti, ma dopo qualche tempo, abbandonati dai cronisti, archiviati dal Sistema, passati nel dimenticatoio. Non so se l’aneddoto risponda a verità, ma è verosimile. Testimonia di una concezione di un Sistema e dell’amministrazione della città secondo la quale i problemi vanno non affrontati e risolti, ma lasciati pian piano marcire finché vengano dimenticati. Salvo poi essere tirati fuori dal cassetto se utili al Sistema: prima di una grande opera, di una campagna elettorale, per riscrivere la lista della spesa.

Se qualcuno l’avesse dimenticato nel nostro irriverente foglio elettronico abbiamo spesso raccontato il vero e proprio collasso della sanità locale, le inefficienze, i furti, le malversazioni, gli sprechi, il prevalere delle vergognose ragioni della spartizione partitica a spese del buon funzionamento dell’istituzione Università e del rispetto delle esigenze del malato.

Chi si prendesse la briga di leggere tutte le promesse della classe politica (mai mantenute!) per riqualificare il territorio, dare opportunità di lavoro ai giovani, sviluppare il commercio, gestire la raccolta dei rifiuti, i servizi sociali, ecc…  capirebbe perché siamo arrivati a questo punto. Temiamo che tutti i progetti caduti dal cielo, con la cascata di euro, finiscano per giovare ai potentati locali che mercanteggiano  gli “aiuti”, le opportunità di lavoro, contro i voti.

Se ancora il controllore continuerà a permettere l’arroganza impunita di impedire e negare il diritto, il merito, la libertà di pensiero, è certissimo che i disastri, le tragedie, le corruzioni si ripeteranno. Il risveglio della coscienza critica? Mah, non è cambiato nulla, né la struttura della spesa, né il funzionamento della macchina amministrativa. Il vecchio detto chiodo scaccia chiodo può declinarsi nel settore della pubblica amministrazione, della giustizia con scandalo scaccia scandalo. Da questa ripetitività viene una sorta di stanchezza, di disagio, di sfiducia, di sensazione di inutilità, di rassegnazione.

Ecco, è quello che proviamo oggi dopo la lettura di blog e giornali.