Lega e M5S guardano ai propri interessi elettorali non ai bisogni del popolo. Voler trovare un nemico, sul quale scaricare le proprie inefficienze e responsabilità, è la linea politica delle due formazioni partitiche al governo.
Ultimo esempio è quello della polemica sul cosiddetto “franco coloniale”, Franco CFA, la moneta adottata da 14 Paesi africani.
Il vicepremier Di Maio ha distribuito, in Parlamento, fotocopia della moneta africana (dopo aver proclamato, “abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Umanità”), mentre il suo collega di partito, Alessandro Di Battista, si esercita mediaticamente stracciando la medesima fotocopia in una trasmissione televisiva, e dichiara che la Francia sfrutta i Paesi africani, ne frena la crescita e favorisce le migrazioni.
Sull’esponente pentastellato Di Battista è bene ricordare alcuni passaggi della sua attività.
- a) Prima delle elezioni aveva dichiarato che il Tap, il gasdotto approdato in Puglia, sarebbe stato chiuso in due settimane, invece, i lavori per il Tap proseguono, con il consenso del suo capo politico, Luigi di Maio.
Insomma Di Battista ha raccontato fregnacce (bufale).
- b) Afferma che il Tav costa 20 miliardi che si potrebbero investire in altre infrastrutture (in Italia presumiamo) e che, sulla tratta Torino-Lione, si risparmierebbero solo 20 minuti di tempo.
Il costo totale a carico dell’Italia è, invece, di 7 miliardi e si risparmierebbero ben due ore di viaggio.
Insomma, Di Battista ha raccontato fregnacce (bufale).
- c) Paesi africani sfruttati dalla Francia, dice il Di Battista, con l’imposizione del franco coloniale, il CFA che sta per Comunità Finanziaria Africana, il che impoverisce questi Paesi e favorisce le migrazioni verso l’Europa e, quindi, verso l’Italia. Addirittura il Franco CFA sarebbe stampato in Francia e i Paesi africani sarebbero costretti a versare circa il 50 per cento dei loro denari in un conto corrente gestito dal tesoro francese.
Abbiamo già detto che la maggioranza degli immigrati nel nostro Paese proviene da Paesi che non adottano il Franco CFA. La percentuale di immigrati, verso altri Stati europei, è per la maggioranza proveniente da Paesi che non hanno il Franco CFA. Quindi, il Franco CFA nulla ha che vedere con lo stimolo alle migrazioni.
La Francia non stampa il Franco CFA, contrariamente a quanto afferma il Di Battista.
Il Pil di 13 Paesi su 14 dell’area Franco CFA è cresciuto, nel 2018, mediamente del 4,7%, con punte del 7,4% della Costa d’Avorio. Solo la Guinea equatoriale è in zona negativa.
Vale a dire che la quasi totalità dei Paesi in questione ha accresciuto il Pil, cioè la propria ricchezza, quindi il Franco CFA non è un freno alla crescita dei Paesi africani, come affermato dal Di Battista.
Non esiste nessun versamento di denari dei Paesi africani alla Francia, ma esistono riserve di valuta (dollaro, euro) che garantiscono il Franco CFA. Le riserve rimangono per il 50% nei Paesi africani e per il 50% vanno in Francia, e costituiscono un credito che hanno i Paesi africani nei confronti della Francia stessa.
Insomma, Di Battista ha raccontato fregnacce (bufale). E’ così che Lega e M5S fanno la campagna elettorale per le prossime elezioni. E del popolo? Chi se ne frega.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc