“La difesa è sempre legittima”, dichiara il ministro Matteo Salvini. Dimentica di aggiungere “se è legittima”. Chi decide se la difesa è legittima? Il magistrato, non l’aggredito.
La legge sulla cosiddetta legittima difesa è un pasticcio, scritta male e non avrà conseguenze pratiche se non quello di complicare l’accertamento degli eventi, come dichiarano magistrati, giuristi di diritto penale e avvocati penalisti.
Come nasce questa sensazione di insicurezza, così diffusa? Dalla paura, che è uno stato emotivo di difesa, giustificato o meno.
Osservando i dati, però, si rileva che la paura generata dalla presunta insicurezza non è giustificata. Vediamoli, analizzando un periodo congruo per avere un quadro statisticamente valido.
Periodo di riferimento: dal 2012 al 2018.
- le rapine sono diminuite del 32%;
- i furti sono diminuiti del 21%;
- gli omicidi sono diminuiti del 43%.
Dal 1992 al 2018 gli omicidi sono diminuiti dell’82%.
Inoltre, in 4 anni, i procedimenti giudiziari nei confronti dei cittadini accusati per eccesso colposo di legittima difesa, sono stati, in media, di 1 (uno) l’anno.
Dunque, Perché mai si è avviata questa campagna per le legittima difesa? Da cosa è generata questa paura diffusa? Oltre a un’insicurezza generale, determinata dalla crisi economica, alcuni fatti criminosi sono stati ampliati dai media, i quali hanno puntato alla notizia clamorosa per aumentare le vendite o gli ascolti, il che vuol dire incrementare gli incassi.
Insomma, la paura produce soldi. Più si aumenta la paura, maggiori sono i guadagni. Analogamente, chi cavalca politicamente la paura vuole aumentare i consensi elettorali. Insomma, la paura produce voti. Più si aumenta la paura più affluiscono i voti. E’ un’asta al rilancio della paura che ha prodotto quell’aberrazione giuridica che è la cosiddetta legge sulla legittima difesa. Il governo lega stellato ha alzato la cortina fumogena della legittima difesa, per nascondere i problemi reali del Paese, certificati ora dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha dichiarato: “la nostra economia è allo zero”. Sollecitare paure e rancore, è la linea di condotta dei vicepremier Salvini e Di Maio, indirizzata di volta in volta contro una istituzione, una categoria sociale o politica, individuati come nemici contro cui si agita la ghigliottina.
E’ una storia già vista, ed è finita tragicamente.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc