“Spiagge libere”, la Guardia Costiera restituisce ai cittadini 250 mila mq di litorale
L’operazione ha portato al sequestro di 12 mila attrezzature balneari abusive. Toninelli: “Agiremo per rafforzare la consapevolezza delle stesse regole a beneficio degli utenti e degli operatori economici”. È il bilancio dell’operazione “Spiagge libere” condotta dalla Guardia Costiera per prevenire e contrastare l’occupazione abusiva di tratti destinati all’uso pubblico. Nel periodo di maggior presenza dei bagnanti, le spiagge del Paese sono state sottratte a quei privati che, senza averne titolo, le avevano trasformate di fatto in calette “private” o in stabilimenti balneari non autorizzati per trarne un guadagno. Oltre a limitare il libero accesso a spazi pubblici, spiega la Guardia Costiera, l’occupazione abusiva con ombrelloni e lettini “genera un indebito profitto per gli occupanti, un mancato introito per l’erario e una distorsione della concorrenza verso tutti quei gestori rispettosi delle norme e che versano correttamente i relativi canoni demaniali”. Una volta accertati gli illeciti, le attrezzature balneari sono state sequestrate, restituendo le coste all’uso libero e pubblico dei cittadini.
la Repubblica
A volte, quando partono campagne di sensibilizzazione si rimane perplessi: epperò non possiamo non gridare pure noi di IMG Press “Salviamo Torre Faro dai bunker che rubano l’accesso alle spiagge ai cittadini”. Gli accessi al mare (ogni 200 metri) non ci sono e quelli che ci sono vengono chiusi abusivamente.
E dunque chiedersi cosa aspetti la Guardia Costiera per intervenire è il minimo. Di più. Ci domandiamo se sia legale permettere che aree demaniali vengano occupate abusivamente. Chi controlla chi?
Perplessi, sia ben inteso, non per il contenuto del problema, quanto, piuttosto, per il fatto stesso che ci sia bisogno di ribadire concetti che dovrebbero appartenere innanzitutto all’educazione, al rispetto del prossimo e dell’ambiente, al senso civico.
Ma a quanto pare a Messina ognuno si sente padrone di poter fare ciò che gli piace. Del resto se le strade e i marciapièdi sono da anni terra di nessuno (i prepotenti con le bancarelle la fanno da padrone a discapito della sicurezza e della viabilità) perché sorprendersi che i prepotenti del “lei non sa chi sono io”, non usino gli stessi metodi al mare? Girate per Torre Faro, Mortelle, tanto per farvi una idea, e guardate che cosa può fare il denaro e la spocchia delle gente.
Ai fattori naturali, al ciclico modificarsi della linea costiera, si è infatti aggiunto un elemento che nessuno ha potuto o voluto calcolare, l’intervento umano. Negli ultimi trent’anni ogni centimetro quadrato di litorale è stato disputato, conteso tra chi voleva costruire strade e chi voleva impiantare alberghi, tra i sostenitori dei porti turistici e quelli delle cabine in cemento.
Risultato siamo prigionieri in casa nostra. Eppure la spiaggia non dimentica. Un tema, la memoria, che latita da queste parti come i controlli delle Istituzioni preposte alla tutela dei luoghi. Quello della chiusura abusiva delle spiagge non è però solo un gesto di inciviltà ma ha conseguenze sulla qualità di vita di tutti: il riposo e il benessere sono elementi fondamentali per la nostra salute.
E se da un lato si tratta di mantenere vigile l’opinione pubblica su chi, dell’affaccio a mare ha fatto un business, dall’altro, quella stessa opinione deve essere svegliata perché sono sufficienti disattenzione e incuria per trasformare una gita al mare in un danno ambientale che ha già iniziato a presentarci un conto… salatissimo.
Dunque, in conclusione, affidiamo questo nostro appello a chi di dovere affinchè ci tuteli e liberi le spiagge da catene, muretti e cancelli.
Vivere è pensare, respirare, godere della libertà: se manca uno scopo, la vita è come un girovagare e sotto questo sole, senza un po’ di mare, il rischio è dietro l’angolo.