Lotta al cambiamento climatico. I profittatori e i burocrati

Le forchettine di plastica che qualche vettore aereo ha tolto dal proprio servizio di bordo; la pubblicità di grandi e piccole aziende che mostrano i propri prodotti (gli stessi di prima della “conversione”) come “bagnati” dall’ecologia e per questo a prezzi maggiori di quelli “non bagnati”; le scuole che bandiscono plastica e inneggiano a vari bio e Km zero dando da mangiare alimenti di una monotonia e qualità che giustamente i bambini lasciano nei piatti; amministrazioni pubbliche di ogni “tipo” e “dove” che approvano mozioni su mozioni, abbracciano le Grete di ogni tipo per strada o nei loro uffici dove le finestre vengono tenute aperte per rimediare al riscaldamento “a palla” che li inondano; raccolte di rifiuti (quando li raccolgono) tutt’altro che impostate su riciclo, riuso e produzioni energetiche conseguenziali; etc etc.

 

E questo mentre i comuni mortali (consumatori e individui), giustamente intimoriti dalle informazioni sulla situazione del Pianeta, si colpevolizzano quotidianamente rispetto alle loro abitudini: con sforzi giganteschi per cambiarle, magari coi propri figli che al minimo sgarro – mentre questi stessi figli sono attaccati, slogandosi i pollici, allo smartphone di grido costato un occhio della testa e anch’esso prodotto con materiali inquinanti – fulminano questi genitori con sguardo di disprezzo; consumatori e individui che passano buona parte del loro tempo imbottigliati nel traffico o in coda agli uffici postali o in attesa di un qualche documento che la ridicola e criminale burocrazia deve concedere loro : tutte persone che regalano ogni giorno il loro tempo alle inettitudini delle amministrazioni, trasformandosi in umani meno felici, nevrotici e scaricando tutto sui loro prossimi.
In questo contesto – italiano e non solo – ci apprestiamo a salvare il Pianeta e noi stessi.
C’è qualcosa che non torna. E si tratta solo di una discriminante da aggiungere a quella maggiore in assoluto: i Paesi che dovrebbero contribuire al raffreddamento del Pianeta, se non sono democratici con elezioni libere dove gli eletti determinano governi e scelte, stanno solo facendo “in grande” tutto quel “piccolo” del nostro parziale elenco di sopra che riguarda consumatori ed individui.
Per restare alla nostra “piccola” quotidianità, è importante che la sostanziale presa di fondelli di cui abbiamo scritto prima diventi consapevolezza di ognuno: soggetti consapevoli che non si facciano mettere i piedi in testa e che, per farlo, abbiano conoscenze e possibilità di rivolgersi ai preposti al rispetto e all’attuazione dei loro diritti: amministrazioni e giustizia in particolare.
Per esempio. Se un nostro figliolo sta mangiando in una mensa scolastica dove, pur con le forchettine di metallo, il cibo fa schifo e/o inadeguato a quel tipo di consumatori, c’è la possibilità di farsi ascoltare e valere in modo incisivo senza dover occupare una scuola litigando con molti? Raro! Se per farti valere in giudizio (vedi nota 2) ti capita di dover fotocopiare tutto il passaporto, c’è la possibilità di farti valere lo stesso senza aspettare anni, e quindi essere costretti a “fotocopiare anche le mutande” altrimenti rimani senza quel che ti serve? Raro! Certo, si potrebbero sempre non votare alle prossime elezioni gli amministratori che abbracciando le Grete, e bevendo pubblicamente in bicchieri di vetro continueranno a far lasciare rifiuti per strada e i loro amministrati imbottigliati nel traffico; sperando che quelli dopo non facciano altrettanto…. Ma, a parte le incertezze sulle sincerità, abbiamo il tempo per aspettare mentre il ghiacciaio delle nostre
Alpi slitta nelle nostre case? Forse no!
Senza farsi prendere dal panico, senza cominciare a danzare e bere per strada per godersi in bellezza gli ultimi momenti in attesa che il Pianeta/Titanic affondi: consapevolezza e informazione sono le armi; senza usarle per chiudersi in sé ma per esternalizzarle e usarle altruisticamente – PIU’ CHE NON IN TUTTI GLI ALTRI PERIODI DELLA STORIA IN CUI GLI INDIVIDUI SI SONO RIBELLATI AI REGIMI E AI SISTEMI.
Siamo consapevoli che la tendenza di questo secolo è altrimenti, raccogliendo talvolta gli aspetti negativi dell’individualismo del secolo precedente… ma dovremmo partire dal presupposto che questo non farebbe al nostro interesse: non si tratta di avere un’auto o un frigorifero o una casa in più, e per questo “fottersene” degli altri, ché li consideriamo come un limite al nostro star bene. Stiamo parlando dell’aria che respiriamo, con la necessaria consapevolezza che le stanze e gli antri protetti per respirarla bene stanno sparendo per tutti.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc