Non si è mai arrestata nel mondo, anche se in Italia ha avuto (e continua ad avere) una notevole battuta d’arresto. E’ la mobilitazione ecologista, oggi alle cronache per essere quella contro i cambiamenti climatici. Bene. Anzi: benissimo! Vedremo…
La questione è talmente importante che riusciamo anche a digerire le banalità che diffonde la ragazzina svedese assurta a simbolo, anche perchè siamo consapevoli che quasi tutte sono dovute all’esasperata amplificazione dei media per amore/rispetto/devozione ai piccoli esseri umani.
Le uniche cose che ci sentiamo di aggiungere alla marea di informazione in materia, sono due e di materia solo politica, di strategia politica:
– non fare come quelli che sono stati ambientalisti in passato (con l’esclusione di quelli ante-litteram, ché sono stati dei veri pionieri da rispettare e prendere come esempio. Ad esempio: club di Roma, e tutto il mondo che ha gravitato su leader come Alex Langer e Marco Pannella). Ambientalisti che da contestatori dello sfascio ne sono diventati protagonisti, pur mantenendo una sembianza da macchietta a giustificare l’inazione in materia. L’elenco è lungo: associazioni specifiche, partiti politici, sindacati, personaggi più o meno leader, etc.
– non fidarsi, individuandoli come avversari, di tutti coloro (quelli indicati sopra) che “se la menano e se la cantano” con l’ambientalismo, sottomettendolo alle più truci e opportunistiche politiche industriali, urbane, commerciali e lavorative. Amministratori, tecnici e politici che sicuramente oggi sfileranno in corteo e/o dichiareranno il loro impegno e la loro disponibilità. Passati e attuali governi inclusi.
Le nostre osservazioni si articolano in un mondo che è stato in grado di mandare gli umani sulla Luna ma che non è stato ancora in grado di arginare la miseria e la fame, a partire dalla rimozione dei principali motivi che le causano, mancanza di giustizia e libertà. Un mondo che continua ad ammazzare, invece di accogliere, chi fugge da guerre e disperazioni. Un mondo che continua a privilegiare, solo per motivi economici fini a se stessi, il “carbone” alle energie alternative; con conseguente arricchimento dei principali fornitori di “carbone”, incalliti paladini di dittature istituzionali ed umane.
E quindi? Se non ci si può fidare del Sindaco, del governatore, del ministro, del politico, del sindacalista, del vicino di casa che inquina col suo riscaldamento o il suo veicolo o che non fa la raccolta differenziata o che se ne frega, pur di prendersi la paga, se fa un lavoro che ammazza l’ambiente (complice in genere sindacati e politici)… che si fa?
Premessa: non è facile. Ma non è impossibile. Intanto occorre non mescolarsi con questi ambientalisti opportunisti. Poi occorre diventare forti per conto proprio senza farsi coinvolgere dalle sirene degli ambientalisti oggi al potere. E di conseguenza si può sperare di riuscire a condizionarli nelle loro scelte, fino a farli sentire traballanti sui loro scranni di potere. Certo, domani non si risolve. Ma basta – ripetiamo – non prendere il pessimo esempio degli ambientalisti del passato che oggi sono al potere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc